L’angolo delle curiosità: Pasolini (27)
La memoria è una forza contestatrice capace di far crollare il presente. (Pier Paolo Pasolini)
Pier Paolo Pasolini non amava Salvatore Quasimodo e nel corso della sua vita più volte ebbe modo di esprimere stroncature sulla sua poesia. Ma c’è un biglietto inviato proprio allo scrittore siciliano che appare decisamente insolito. «Adesso non faccio altro che studiare e leggere. Ho letto “Le Occasioni” di Montale che mi è piaciuto ma non mi ha entusiasmato, entusiasmato mi ha invece la traduzione di Quasimodo di lirici greci»
Nel libro Descrizioni di descrizioni, che è una raccolta di recensioni di libri italiani e stranieri, classici e contemporanei, apparse sul settimanale Tempo, Pier Paolo Pasolini ha scritto: «Il fascismo ha un fascino che finora nessuno ha mai voluto non solo ammettere, ma neanche osservare imparzialmente. Esso è stato il “male” in un universo in cui il “bene” era una realtà invincibile. Esso ha profanato qualcosa che non era profanabile».
Pier Paolo Pasolini nel periodo del conflitto a Valle Giulia tra poliziotti proletari e studenti universitari, borghesi “figli di papà, si schierò in maniera molto decisa dalla parte dei poliziotti perché erano figli di poveri.
Pasolini, scrittore -regista, comunista, cattolico e omosessuale, ha portato la sua ottica disperata della realtà, del mondo e dell’umanità non soltanto nella poesia, nella letteratura e nel teatro, ma fin dentro l’esperienza cinematografica attraverso la sua ricca produzione di film.
Un numero monografico della rivista scientifica Engramma è dedicato al rapporto tra Pasolini e le arti figurative, tra letteratura e cinema. Sotto il titolo Vedere, Pasolini i curatori Andrea Cortellessa e Silvia De Laude, hanno riunito una serie di contributi che vanno dall’analisi della coreografia della Divina Mimesis, condotta da Walter Siti, alle considerazioni di Giovanni Giovannetti sul ruolo svolto dalle immagini nella redazione dell’incompiuto Petrolio.
Pasolini nei suoi romanzi (Ragazzi di vita – 1955 e Una vita violenta – 1958) si rivolge al mondo delle periferie, del sottoproletariato strappato alle campagne. Dalla zona di Donna Olimpia fino ai bagni nell’Aniene, alle incursioni di giovani sottoproletari nel centro della città, lo scrittore mette in scena una geografia di miseria insieme a un quadro fortemente intriso di nostalgia per le origini contadine.
Elsa Morante, amica di Pasolini, riteneva che la lucida pazzia pasoliniana risiedeva nella libertà di pensiero e nella poetica essenziale di Trasumanar e organizzare, la raccolta di poesie, pubblicata da Garzanti nel 1971, in cui l’intellettuale eretico spiegava che quel titolo era l’espressione con cui voleva dire che l’altra faccia della trasumanizzazione, ossia dell’ascesa spirituale, è proprio l’organizzazione.
Il poeta di Casarsa fu scandalosamente religioso, pur professando un suo ateismo dubitante. Girando Il Vangelo secondo Matteo (film uscito nelle sale nel 1964) si pose molte domande sul mistero della fede, in Gesù. Il film si apre con la seguente citazione: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: non sono venuto a portare pace sulla terra, ma una spada».
Pasolini, nella pellicola Il Vangelo secondo Matteo, affidò il ruolo di Gesù (che si presenta dolce ma al contempo violento, ribelle e arrabbiato) a un giovane catalano, il militante antifranchista, l’attore Enrique Irazoqui che «non si era mai sognato di fare del cinema». Così come mai sua madre, Susanna, si sarebbe immaginata di recitare sotto la croce nei panni di Maria, della Madonna anziana.
Nel Vangelo secondo Matteo il cineasta Pasolini utilizzo nel cast molti suoi amici “di lettere”: Natalia Ginzburg (Maria di Betania), Enzo Siciliano (Simone di Canaan), Alfonso Gatto (Andrea), Francesco Leonetti ( Erode).
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