Nessuna lingua esiste senza la letteratura, che la rende un organismo vivente, portandola dall’universo della descrizione a quello dell’emozione e dell’invenzione. L’italiano è nato come lingua letteraria e di questa origine ha conservato una fortissima impronta nel corso dei secoli. (Stefano Jossa)
Il poeta greco antico Esiodo compose intorno al 700 a.C. ,in esametri, la Teogonia, il più antico testo che narra sistematicamente, la nascita degli dèi e la loro collocazione in un panteon ordinato. Dall’origine del cosmo all’instaurazione del regno di Zeus. Esiodo accompagna il lettore moderno , attraverso un viaggio affascinante nel tempo a scoprire la nascita di Afrodite, gli inganni di Prometeo, la creazione della donna, la battagli di Zeus contro i titani e altre vicende mitiche.
Gaio Valerio Catullo, poema polimetrico per eccellenza, con i suoi versi latini Carmina ha fondato la poesia d’amore nella tradizione occidentale. Catullo, soprattutto nella sezione dei carmina docta, è un poeta difficile dai riferimenti ambigui ed eruditi.
Lo scienziato e scrittore pisano Galileo Galilei nell’ottobre del 1623 pubblicò il Saggiatore un testo fondamentale per una nuova epistemologia della scienza. Questa opera è un trattato scritto sotto forma di lettera indirizzata a Virginio Cesarini e fu stampata a Roma, con l’imprimatur del teologo domenicano Nicolò Riccardi e la dedicatoria degli Accademici dei Lincei al nuovo papa Urbano VIII.
Giuseppe Gioachino Belli ha scritto un intero corpo di 2279 sonetti in dialetto romanesco. Questa «opera mondo» è considerata la più affascinante della letteratura italiana dopo la Divina commedia per il suo originalissimo impianto di ineguagliabile scrittura. Secondo la miglior critica (da Contini ad Asor Rosa) Belli è ritenuto fra i tre o quattro poeti più importanti di tutta la storia della letteratura italiana. Carlo Emilio Gadda (Milano, 14 novembre 1893 – Roma, 21 maggio 1973) , il più estroso scrittore del nostro Novecento, ha preso la lingua del Belli come modello per il suo romanzo Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana (1957).
Il famoso scrittore parigino Marcel Proust (1871-1922) nell’ultima parte (Il tempo ritrovato) delle sette parti della famosa monumentale opera della Ricerca del tempo perduto scrive con impeto e innovazione linguistica: «A volte proprio nel momento in cui tutto ci sembra perduto, giunge il messaggio che ci si può salvare, abbiamo bussato a porte che davano sul nulla; e nella sola per cui si può entrare, e che avremmo cercato invano cent’anni, urtiamo inavvertitamente, ed essa si apre.
Il poeta greco dell’eros e della nostalgia Costantino Kavafis, sapientemente tradotto in italiano da Nicola Crocetti, (nato a Alessandria d’Egitto, 29 aprile 1863 – Alessandria d’Egitto, e morto il 29 aprile 1933), nella sua vita ha lottato continuamente per affermare il proprio anticonformismo. Nei suoi versi confluiscono i ricordi dei classici antichi, la celebrazione dell’amore omosessuale, il disincanto, l’autoironia, il dolore della vita che fugge.
La poetessa Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009) nella sua vita ha vissuto la terribile esperienza dell’internamento in manicomio. Oscillando tra le pulsioni dei sensi e la tensione mistica, la sua condizione di repressione si è tramutata in straordinaria energia creativa, rendendo Merini la voce delle persone escluse, reiette ed emarginate e il simbolo della reazione al disagio sciale molto diffuso nelle nostre comunità.
Il poeta e diplomatico politico cileno Pablo Neruda (pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto ) nato a Parral, 12 luglio 1904 e morto a Santiago del Cile, il 23 settembre 1973, nella sua vita ha compattato assieme realismo e versi romantico-intimisti, surrealismo e poesie civili. Con la sua poesia ha alternato versi di amore per le donne (e non solo) e di rabbia contro le dittature di ogni paese e continente.
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