La letteratura vale per il suo potere di mistificazione, ha nella mistificazione la sua verità. (Italo Calvino)
Fedro, lo scrittore latino di Favole è vissuto all’epoca dell’imperatore Tiberio (I secolo d.C.), dal quale fu condannato a una vita misera a causa del suo potente ministro Seiano, che si riteneva colpito in alcune sue storie raccontate.
Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Giurlani (1885-1974), è stato un poeta crepuscolare, che aderì brevemente al futurismo, partecipò alle avanguardie del primo Novecento e poi in quelle degli anni Sessanta. Il suo biografo Gino Tellini lo definisce “imprendibile” perché nei suoi multiformi aspetti “sfugge e vola via”. Fu un poeta, un romanziere, uno scrittore epistolare, un novelliere.
John Steinbeck è nato il 27 febbraio 1902 a Salinas, in California, (Stati Uniti). Figlio di un tesoriere del Monterey e di un insegnante, a 17 anni scrisse poesie e racconti, ma alla soglia della laurea dovette rinunciare all’università. Con l’uscita del libro Pian della Tortilla (1934) la sua vita cambiò. Nelle sue opere letterarie, soprattutto con il suo capolavoro Furore raccontò l’America degli ultimi e la lotta contro l’ingiustizia. Nel 1962 lo scrittore americano riuscì a vincere il Premio Nobel.
Il 16 giugno del 1968 lo scrittore, poeta, critico letterario, sceneggiatore, regista, traduttore (dal greco e dal latino) Pier Paolo Pasolini pubblicò la famosa poesia sugli scontri di Valle Giulia a Roma fra i giovani contestatori del Sessantotto in corteo e i poliziotti della Celere. La poesia suscitò grande scandalo. Il poeta scrisse ai «figli di papà»: «io simpatizzo con i poliziotti perché sono figli dei poveri».
Nelle Lettere di Pier Paolo Pasolini sono documentati la morte del fratello Guido, le tensioni con il padre, l’affetto per la madre, l’omosessualità, gli anni di Casarsa (quando scriveva in dialetto), la fuga a Roma, le amicizie con gli scrittori e con i critici più autorevoli (a cominciare da Gianfranco Contini), i consigli sulla scrittura (ad Arbasino e a Ottieri), le polemiche ideologiche, i rapporti con gli editori e con gli scrittori (Sereni, Ungaretti, Calvino, Bassani, Sciascia, Fortini, Leonetti, Roversi etc…), il lavoro frenetico, il passaggio dalla povertà al benessere e i processi. L’intero epistolario dimostra la varietà degli interessi umani, artistici e culturali che ebbe nella sua vita.
L’Espresso è nato il 2 ottobre del 1955 che veniva chiamato affettuosamente Lenzuolo perché il suo formato era quello dei giornali quotidiani. L’idea era quella di combinare nobiltà letteraria e impegno civile con una cronaca sbrigliata e moderna. Il primo direttore fu Arrigo Benedetti; la critica letteraria era affidata a Geno Pampaloni e Paolo Milano, il teatro a Sandro De Feo, il cinema ad Alberto Moravia , la musica a Massimo Mila, le arti a Ragghianti e Venturi, l’architettura a Bruno Zevi. Come settimanale ha cambiato il modo di fare giornalismo e ha contribuito a far crescere un paese più civile. Le inchieste, i reportage, le interviste sono la principale fonte di informazione non solo per i lettori, ma per tutto il sistema politico, sociale ed economico del nostro Paese.
Il Mondo di Mario Pannunzio era una rivista politica, economica e culturale, più che un settimanale di informazione, che si rivolgeva a un élite di liberali di sinistra. Fu fondato a Roma da Gianni Mazzocchi ed è stato pubblicato dal 1949 al 1966, e poi ancora dal 1969 al 2014. Per diversi anni sono stato abbonato.
Il Salone di Torino per la prima volta è stato realizzato da Guido Accornero e da Rolando Picchioni, partendo da una intuizione del libraio Angelo Pezzana. L’idea ha cambiato il modo di vivere la cultura nella città di Torino e in Italia. Il Salone è frutto delle idee e delle fatiche di chi lo ha guidato, in particolare di Ernesto Ferrero.
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