La letteratura non sarebbe mai esistita se una parte degli esseri umani non fosse stata incline a una forte introversione, a una scontentezza per il mondo com’è. Italo Calvino, Lezioni americane
Nell’epopea di Gilgamesh, antico eroe, un mito mesopotamico, il protagonista va alla ricerca dell’«albero della vita», del misterioso vegetale il cui nome simbolico è: «il vecchio ridiventa giovane». Dopo mirabolanti avventure riesce a strappare un virgulto di questo albero che cresce nelle profondità marine, ma nel viaggio di ritorno alla sua città un serpente s’impossessa di quel germoglio e se ne fugge via, lasciando l’eroe nella disperazione perché nel suo vagabondare non poteva mai trovarlo.
Le opere e i giorni di Esiodo e le Georgiche di Virgilio sono opere fondative in letteratura, per il rapporto dell’essere umano con l’ambiente che lo circonda. In questi capolavori la natura gioca un ruolo cruciale.
Secondo Erich Auerbach, autore dell’opera Mimesis scritta nel 1946, l’Odissea e la Bibbia sono i due testi capitali dell’Occidente. Secondo il filologo tedesco «gli uomini lungo i secoli hanno ripetuto sempre due storie: quella di vascello sperduto che cerca nei mari mediterranei un’isola amata, e quella di un Dio che si fa crocifiggere sul Golgota».
Jean Racine (1639-1699), grande poeta tragico francese, è stato un uomo di profonda spiritualità, tanto da essere spesso ospite del monastero di Port Royal, dove alla sua morte fu sepolto.
Fëdor Dostoevskij pensatore impetuoso che non ha mai rinunciato al confronto con il cristianesimo, nei suoi capolavori narrativi mostra una notevole potenza espressiva. Le sue opere erano conosciute e studiate dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, autore dell’Anticristo.
Il capolavoro di Fëdor Dostoevskij Delitto e castigo, il cui protagonista è lo studente idealista Raskòl’nikov che uccide un’usuraia, fino al 1869 era conosciuto in Italia con il titolo Colpa ed espiazione.
La scrittrice piemontese Sibilla Aleramo costituì per Dino Campana, una tappa importante e improvvisa della vita del fragile e celebre poeta toscano. La scrittrice che fu forte, ma anche dolce, delicata e affettuosa nel suo intenso rapporto di amore, fece il possibile per aiutare il poeta di Marradi, rinchiuso nel carcere di Novara.
Lo scrittore Cornelius Ryan, nel ricostruire il celebre sbarco (evento capitale per la storia dell’umanità) in Normandia degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, intitolò il suo testo Il giorno più lungo (1959).
Lezioni americane di Italo Calvino sono state pubblicate nel 1988, tre anni dopo la morte prematura di quel grande scrittore e sono rapidamente diventate un classico. Calvino aveva previsto che la letteratura del Novecento sarebbe stata caratterizzata da sei requisiti: leggerezza, rapidità. esattezza, visibilità, molteplicità e consistenza. Calvino aveva una visione moderna non solo della letteratura, ma anche dell’etica e della politica, della conoscenza e della vita.
Per Eugenio Scalfari i sei requisiti dell’amico scrittore Italo Calvino si sono trasformati, hanno avuto una interpretazione e un’attuazione del tutto diversa, anzi opposta a quella prevista dallo scrittore. La leggerezza si è trasformata in superficialità, la rapidità in pressapochismo, l’esattezza in arida pedanteria, la visibilità in esibizionismo, la molteplicità in trasformismo. L’eleganza intellettuale, da Calvino auspicata e rappresentata, è diventata trivialità, volgarità, pesantezza.
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