Il territorio è tutto: l’interno e l’esterno, il pubblico e il privato, l’oggettivo e il soggettivo, il contenitore e il continente, il visibile e l’invisibile e l’umano, l’animale e il vegetale. (Francesco De Bartolomeis)
Gli antichi abitanti dei Monti Lepini scendevano nella palude per coltivare, raccogliere la legna, cacciare per poi tornare nei loro Paesi. Anche i numerosi pastori, che venivano dall’Abruzzo e dal reatino con le loro greggi, rimanevano nel nostro territorio da ottobre a maggio per poi tornare nella loro terra.
Nel territorio pontino dopo la bonifica delle Paludi sono arrivati i profughi dalla Dalmazia e dall’Istria, dalla Libia e dalla Tunisia e dalle altre regioni italiane. In seguito anche quelli dell’Est europeo e sono stati allocati presso il Campo Profughi Roberto Rossi Longhi”, diventato in seguito sede distaccata dell’Università “La Sapienza di Roma”.
I compagni di Ulisse, dopo essere sfuggiti ai Lestrigoni, giganti antropofagi di smisurato appetito, approdano all’isola di Eea, labirinto di foreste e rupi scoscese. Un filo di fumo si leva nell’aria e Ulisse, reso accorto dalle troppe disavventure che ritardano il ritorno a Itaca, manda metà dei compagni in esplorazione, sotto la guida di Euriloco. Avvicinandosi sentono cantare Circe mentre è intenta a tessere. Ingordi si gettano sul ciceone, la bevanda drogata della maga e si trovano trasformati in maiali.
Secondo Sergio Zerunian, autore di numerosi articoli e alcuni saggi sul nostro territorio, ha scritto Dove c’era una palude, libro- romanzo pubblicato da Luoghi Interiori, nel quale, in riferimento alla bonifica della Paludi Pontine negli anni Venti e Trenta, afferma che vi è stata una cancellazione di interi ecosistemi grazie alle pesanti trasformazioni pensate e realizzate dall’uomo.
Negli Anni Trenta in Agro pontino con la bonifica idraulica e con la bonifica integrale, sono avvenuti profondi e radicali cambiamenti. Le maestranze dei Monti Lepini hanno fornito la loro opera sia nei lavori della bonifica idraulica, sia nella manutenzione della bonifica integrale.
Nel 1933 fu consacrata la Chiesa di San Marco e fu affidata ai padri salesiani che la reggono ancora oggi. L’anno precedente, il 18 dicembre, fu inaugurata Littoria, la nuova città italiana che, dopo la seconda guerra, cambio nome e venne chiamata Latina.
Le “Città nuove” dell’Agro Pontino sono sorte in periodi diversi: Latina nell’anno 1932, Sabaudia nel 1934, Pontinia nel 1935 e nel Aprilia 1936. Poi, Pomezia che fu assegnata alla Provincia di Roma.
La cattedrale di Santa Maria a Priverno fu costruita e consacrata da papa Lucio III nel 1183 sui resti di un edificio distrutto da un incendio nel 1159. La facciata, preceduta da una scalinata di oltre trenta gradini, presenta un portico a tre arcate con pilastri affiancati da colonne in stile corinzio. Ogni colonna è sorretta da figure di animali. Nella parte sinistra del portico vi è la lapide ricordo della consacrazione del 1183, in cui è citato il restauro del ‘700 che ha reso l’impianto attuale di stile barocco di scuola napoletana.
Nella Chiesa sono conservati alcuni resti mortali di San Tommaso d’Aquino: il cranio e due piccole ampolle di grasso e sangue. Degni di rilievo sono anche una raffigurazione del battesimo di Cristo, del XV secolo, e una tavola bizantina raffigurante la Madonna di Mezzagosto, compatrona della città.
A Maenza San Tommaso ha soggiornato diverse volte, ospite della nipote Francesca, mogli di Annibaldo II da Ceccano. Nel 1274 risale l’ultima presenza del Santo che doveva recarsi a Lione per partecipare al Concilio ecumenico. Durante il viaggio si ammalò e fu ricoverato presso l’abbazia di Fossanova, dove morì il 7 marzo.
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