L‘angolo delle curiosità. Dante Alighieri
Il critico letterario e saggista Filippo La Porta non si definisce un dantista, ma dice di trattare Dante come un filosofo in versi, anche perché nella nostra tradizione ragionare è sinonimo di poetare e di essere interessato al Dante etico più che al Dante teologo e politico.
L’attore Carmelo Bene nell’anno 1980 (due agosto, ore 10,25), dopo la strage presso la stazione ferroviaria di Bologna, dalla Torre degli Asinelli diede vita a una leggendaria Lectura Dantis che fu seguita da una sterminata folla di giovani bolognesi.
La fama di Dante giunge al culmine nel Cinquecento e il segno più concreto è tuttora visibile nella Stanza della Segnatura affrescata da Raffaello in Vaticano. Sulle pareti che rappresentano la manifestazione terrena della Filosofia, della Teologia, della Poesia e della Giustizia, Dante è ritratto due volte: nella Disputa del Sacramento, tra i teologi e i dottori della Chiesa, e nel Parnaso, accanto a Omero e a Virgilio.
Dante secondo alcuni va ricordato innanzitutto per la sua «enorme influenza sul pensiero contemporaneo» e perché, più di Leonardo e più di Raffaello, è «universale e trasversale, capace come è di colpire in molteplici forme l’immaginario creativo: dal teatro alla musica, dall’arte figurativa alla scrittura, dal cinema alla danza.
Dante nella Divina Commedia nel Purgatorio (III canto v.121-123) per l’incontro con Manfredi di Svevia, nipote dell’imperatrice Costanza d’Altavilla, scriveva: «Orribil furon li peccati miei/ma la bontà infinita (cioè Dio) ha sì gran braccia/che prende ciò che si rivolge a lui», e proseguiva nel Paradiso (VII canto v.64) affermando con la spiegazione di Beatrice che «La divina bontà, che da sé sperne/ogni livore, ardendo in sé, sfavilla/sì che dispiega le bellezze etterne».
Ma misi me per l’alto mare aperto Dante, con questo verso della Commedia Dante dà inizio all’ultimo viaggio di Ulisse, alla sua ultima avventura. Il senso ultimo del viaggio è il ritorno ad Itaca, alla piccola isola da cui l’eroe è partito, all’origine.
Dante Alighieri, nel canto VII (versi 70-71) dell’Inferno ha scritto: «Oh creature sciocche, quanta ignoranza è quella che v’offende».
Nel canto XI, (versi 115-117) del Purgatorio Dante Alighieri ha scritto: «La vostra nominanza è color d’erba, che viene e va e quei che la discolora per cui ell’esce dalla terra acerba». Nel parlare della caducità umana il poeta si affida a questa immagine naturale.
Nel corso degli anni diverse sono state le Letture dantesche realizzate da Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Carmelo Bene, Vittorio Sermonti Roberto Benigni. La Commedia è un’opera d’arte aperta a tutti, agnostici, laici, cattolici, credenti e non. Dante ha sempre avuto rapporti con l’ebraismo e l’islam. È riuscito nel tempo a parlare direttamente con culture diverse perché ha toccato sempre corde emotive e intellettuali al di là del tempo e dello spazio.
Ismail Kadare, uno dei massimi autori albanesi del Novecento, più volte candidato al Premio Nobel della Letteratura , riteneva che dopo i fascismi e il comunismo Dante è diventato nel XX secolo ancora più attuale che in passato, anzi una lettura indispensabile.
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