L’angolo delle curiosità artistiche

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L’arte vola attorno alla verità…e il suo talento consiste nel trovare un luogo in cui se ne possano potentemente intercettare i raggi luminosi. (Franz Kafka)

          La Trinitas in cruce (la Trinità nella croce) o anche il “Trono delle grazie” è l’affresco di Masaccio, conservato nella terza campata della navata sinistra della basilica di Santa Maria  Novella Firenze, ed è databile tra il 1425 e il 1428. Le figure sono disposte secondo il modello iconografico chiamato “Trono di Grazia” con il Padre che regge il braccio della Croce del Figlio. Masaccio collega i “due dolenti dal Calvario” Maria e Giovanni, il discepolo prediletto. Padre è raffigurato nell’atto di offrire il suo Figlio e di comunicarlo agli uomini in un  gesto di amore infinito.

          La Cappella degli Scrovegni di Padova custodisce un ciclo di affreschi che costituiscono il culmine artistico-espressivo dell’arte di Giotto da Bordone (1267 circa- 1337). Il tripudio di colori, la grazia e l’impareggiabile perfezione figurativa, il “tocco” del maestro di Vespignano sono talmente fuori dell’ordinario da riuscire sempre ad imprimere anche nel visitatore occasionale della Cappella un ricordo indelebile per la maestria e la padronanza tecnico pittorica dell’artista toscano.

        Gli artisti italiani dal Trecento al Quattrocento (Masolino, Masaccio, Piero della Francesca, Mantegna Pinturicchio, Paolo Uccello…) hanno formulazione una nuova figurazione del mondo e dell’uomo.

          Studiolo nei palazzi rinascimentali era la piccola stanza in cui il principe si ritirava per meditare o leggere, circondato da quadri che amava in modo speciale. Studiolo è anche un libro scritto da Giorgio Agamben dove l’autore  commenta le opere di Bellini, Tiziano, Holbein, Velázquez e altri. Le opere indipendentemente dalla loro situazione nella storia dell’arte, sono considerate come dei classici e che da essi si intende trarre un ammaestramento e un consiglio.

          Nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi, nella cappella della famiglia Contarelli, si possono ammirare le tre tele di Caravaggio che l’artista tra il 1599 e il 1602 dedicò all’evangelista Matteo. Ai lati dell’altare, oltre al dipinto del martirio, si leva la celebre scena della vocazione dell’apostolo. Davanti alla pala dell’altare un angelo in volo, con un curioso gesto delle dita, puntualizza i temi che Matteo deve annotare nel libro che ha di fronte poggiato su un tavolo rustico.

          Secondo il critico d’arte Roberto Longhi nella Scuola Romana di Via Cavour  ambiente artistico in cui emergono figure come Mafai, Scipione, Raphael, e altri, «si contrappongono il Realismo e il Novecento italiano. Il gruppo in realtà, secondo Longhi,  non aderirà mai ad un programma artistico preciso, caratterizzandosi piuttosto per l’individualità delle proprie ricerche. Tuttavia, i membri condividono un atteggiamento di opposizione verso le tendenze intellettualiste e classiciste dell’avanguardia, tipiche degli anni Trenta, continuato nel dopoguerra, e rappresentano un movimento di idee piuttosto che uno stile artistico.

          Roma negli ulti anni è diventata una capitale europea della Street Art grazie a una schiera di artisti che stanno cambiando il volto della città eterna.  Giorgio Silvestrelli, studioso di Street Art ha raccolto tutti i bozzetti delle opere di arte urbana e li ha esposti in una mostra collettiva.

 

 

 


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