L’angolo delle curiosità artistiche

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Curiosità artistiche

L’arte è la suprema manifestazione della potenza dell’uomo: è   concessa a rari eletti, e innalza l’eletto, a un’altezza dove l’uomo è preso da vertigine ed è difficile conservare la sanità della mente. Nell’arte, come in ogni lotta, ci sono eroi che si dedicano interamente alla loro missione, e che periscono senza raggiungere la meta. (Lev Tolstoj)         

          Piero della Francesca (1415-1492) ha dipinto la Risurrezione che si trova nella sala dell’antico palazzo comunale del suo paese natale, San Sepolcro (Arezzo). La possente fisicità del Cristo risorto indica il “levarsi in piedi, quasi un innalzarsi verso il cielo, segno della divinità gloriosa. 

          Antonio Canova, il massimo esponente del Neoclassicismo, il più grande scultore italiano attivo tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento, il nuovo “Fidia” come venne soprannominato dalla critica, si è spento a Venezia, la mattina del 13 ottobre 1822, all’età di 64 anni. Il grande artista veneto, uno dei geni dell’arte scultorea italiana, ebbe due funerali, il primo a Possagno, ai piedi del Monte Grappa e il secondo a Roma dove fu salutato da un’enorme folla. Il poeta Giacomo Leopardi, presente all’estremo saluto scrisse che era morto «il gran Canova».

          Antonio Canova fu un grande mecenate e sostenitore di giovani artisti. Grazie alla sua celebrità si fece ambasciatore dell’arte italiana in Europa e fu incaricata da papa Pio VII nel 1815 per una missione diplomatica per far rientrare in Italia nel numerose opere trafugate dai francesi.

         Il Museo Gypsotheca (che in greco significa “collezione di gessi”) è un complesso museale unico del suo genere, costituito dalla casa natale del Canova. In questo luogo sono esposte circa 250 statue di gesso, oltre a esservi conservati dipinti e bozzetti in argilla del grande scultore. Le sue statue in marmo sono sparse nel mondo, dal Louvre all’Ermitage, dal Victoria di Londra, al Metropolitan Museum di New York.

          L’urlo di Munch è tra le immagini più emblematiche del senso di abbandono.  Secondo alcuni è un quadro abusato fino allo stereotipo. L’urlo presenta un forte effetto espressivo, ottenuto mediante un’associazione di colori complementari (rosso-verde, azzurro-arancio) in modo da mettere in risalto il cromatismo del dipinto. Le tonalità calde le troviamo nella parte alta del quadro, così da conferire maggior peso alla composizione, controbilanciando l’addensamento degli elementi compositivi in basso. 

          Giacomo Manzù (Bergamo 1908 – Roma 1991) oltre ad essere consapevole che «la materia bisogna vincerla e per vincerla bisogna conoscerla, ossia possedere il mestiere e la tecnica», riusciva nelle proprie opere a dominare e a trasfigurare quella stessa materia, circondandola di un alone spirituale. L’artista scultore ha avuto rapporti con alcuni pontefici del Novecento: Pio XII, Giovanni XXIII (suo conterraneo) e Paolo VI. Tra le sue opere vanno ricordate la Porta della morte nella Basilica di San Pietro in Vaticano, Il Crocifisso e il generale, Il miracolo di San Biagio, i Cardinali oltre ad alcune nature morte come Sedia con aragosta e Cestino di frutta.  

           Lucio Fontana artista padre fondatore dello Spazialismo è celebre per i suoi “tagli” sulla tela. Lucio Fontana è sicuramente uno degli artisti più conosciuti e valutati al mondo. Le sue opere sono da anni argomento di dibattito tra chi ne comprende ed abbraccia il significato puramente concettuale e chi invece si ribella a definirlo un artista, sostenendo l’idea del “potevo farlo anche io!”

  

 

 


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