Le scie bianche che spesso sono visibili, in prossimità del tramonto, nel cielo, secondo “la teoria del complotto sulle scie chimiche – chemtrails conpiracy theory” (organizzato da chi?) sono costituite da agenti chimici o biochimici che vengono immessi nell’atmosfera da aerei ignoti al fine di alterare il clima terrestre e ai danni dell’umanità. Ciò è una fake news (notizie false) ovvero è una di quelle bufale diventata molto popolare nei social network, soprattutto negli anni scorsi, senza alcun fondamento scientifico: chi è interessato ne può avere la prova leggendo questo articolo.
Innanzitutto, bisogna sapere che gli aerei dell’aeronautica, facendo quotidiane esercitazioni, utilizzano come carburante il cherosene, che è una frazione ottenuta dalla distillazione del petrolio costituita principalmente da una miscela di idrocarburi (combustibili), composti dall’elemento carbonio C e dall’elemento idrogeno H, con un numero di atomi di carbonio compreso tra 12 (C12H26) e 15 (C15H32), appartenenti alla famiglia degli alcani. Questi, a causa della reazione di combustione, che avviene grazie all’ossigeno (comburente) presente nell’aria, producono anidride carbonica, alias biossido di carbonio CO2, e acqua H2O (vapore) secondo la reazione generale di combustione degli alcani:
CnHn+2 + [(3n+1)/2]O2 à nCO2 + (n + 1) H2O (vapore acqueo) + calore
A titolo di esempio, per il dodecano C12H26 , si ha la seguente reazione di combustione
C12H26 + 37/2O2 à 12CO2 + 13 H2O + calore
che, in termini molecolari, vuol dire: da una molecola di dodecano si ottengono 13 molecole di acqua; mentre, in termini molari significa: da ogni mole di dodecano si ottengono 13 moli di acqua che, in termini massali, significa che ogni 170 g di dodecano producono 234 g di acqua allo stato di vapore.
Si noti che le quote di volo degli aerei avvengono al limite della troposfera, intorno a 12.000 metri (12 km), e che, a quell’altitudine la temperatura atmosferica è molto al di sotto della temperatura di solidificazione dell’acqua (intorno a -56°C) e la pressione atmosferica (226 mmHg) è meno di un terzo di quella esistente al livello del mare (760 mmHg). A scuola si studia che l’acqua solidifica, cioè diventa ghiaccio, a 0°C alla pressione atmosferica al livello del mare, ma, in genere, non si studia che in quelle condizioni (temperatura = – 56 °C e pressione = 226 mmHg) il vapore acqueo si trasforma direttamente in giaccio secondo il passaggio di stato chiamato brinamento. Conseguentemente, a quella quota, si forma una scia (contrails) di cristalli di ghiaccio chiaramente visibile e dalle forme particolari, che successivamente e gradatamente si disperdono nell’atmosfera determinandone la scomparsa visiva.
Queste scie non devono, però, essere confuse con i nuclei di condensazione, sali fortemente igroscopici (particelle di cloruro di sodio e di magnesio con diametro compreso tra un centesimo di micron e dieci micron; un micron equivale a un millesimo di millimetro), con i quali si inseminano le nuvole mediante la tecnica del cloud seeding, per favorire la formazione di gocce d’acqua e quindi ottenere le precipitazioni piovose in zone in cui la pioggia è scarsa.
Francesco Giuliano
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