La solitudine degli aspiranti Sindaci civici, tranne uno.

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LATINA – E’ arrivato il turno di Lemma, pronto al passo indietro, che Johan chiama ritiro, da candidato Sindaco. La tecnica è la stessa usata da Pescuma. Mi candido a Sindaco, provo a mettere in piedi una lista civica, quando mi rendo conto che non ho candidati allora provo a lanciare l’appello all’unità di qualcosa. Pescuma diceva delle liste civiche, Lemma di quelli che condividono gli stessi ideali, anche perchè è piuttosto difficile unire che non condivide nulla. Appena sancito il fallimento dell’appello all’unità si fa marcia indietro e ci si accomoda in una lista, sempre che si abbia si ha qualche preferenza da portare in dote. Johan nota che quasi sempre si tratta di candidati che non sono mai stati eletti in consiglio comunale, addirittura qualcuno non è mai stato candidato, eppure trovano la forza e, soprattutto, il coraggio per annunciare cambiamenti radicali in città. Cambiamenti che esistono solo nella loro testa, visto che non hanno nemmeno un altro soggetto pronto a spendere una candidatura in sostegno. Però, non tutti gli aspiranti Sindaci civici sono soli. Un’eccezione importante è Damiano Coletta. Ha messo su tre liste, capeggiate da tre donne, ha un esercito di 1.800 sottoscrittori pronti a riversarsi in città per la campagna elettorale, si appresta ad inaugurare “Lievito”, una delle poche manifestazioni culturali degne di nota a Latina, a costo 0 per le casse comunali, la sua partita già l’ha vinta. Se c’è l’eccezione c’è anche la regola, Johan ricorda che qualche mese fa si fece avanti un aspirante, si chiama Massimo Icolaro, la sua lista “in 300 per cambiare Latina”. Icolaro è stato avvistato, degli altri 299 ancora nessuna traccia.


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