La salute mentale va considerata dalle istituzioni come un intervento di primaria importanza

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I recenti episodi di cronaca nel Pontino hanno nuovamente portato – purtroppo – alla ribalta i problemi di salute mentale, specialmente tra i giovani. La conoscenza dell’altro è l’unica strada da percorrere se vogliamo abbattere i pregiudizi, confortati da condivisione di regole e principi comuni. E’ importante notare come oggi i social media diano voce a esperienze personali che possono essere viste come un impellente grido d’aiuto. Quando manca un supporto nei momenti più difficili della vita si può arrivare in poco tempo a situazioni esasperate, rendendo necessaria una riflessione sui modi in cui possiamo contribuire a creare un ambiente di comprensione, semmai con l’aiuto di psicologi e psicoterapeuti capaci. In un momento di crisi delle istituzioni in ogni parte del mondo si parla poco di salute mentale, di opportunità di supporto a giovani in difficoltà, dell’’importanza di una fitta rete di sostegno, vanno comprese le differenze, trasformandole in ricchezza e non in motivo di scontro. È un problema fondamentale dove è necessario lavorare per costruire spazi sicuri e di ascolto, di dialogo, momenti di condivisione di valori esistenziali, di stili di vita. Le istituzioni, i partiti, le organizzazioni e movimenti giovanili sono chiamate a riflettere su come possono meglio supportare i membri, in particolare in momenti di vulnerabilità con approccio opportuno. I tristi eventi fanno emergere un tema cruciale che riguarda tanti giovani, affrontano sfide legate alla pressione sociale, al mobbing, allo stalking, ad aspettative elevate. Senza un sistema di sostegno solido, i rischi di situazioni critiche aumentano. I gruppi sportivi, i movimenti politici, le associazioni culturali, gli oratori potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere il benessere psicofisico. Gli spazi di confronto e formazione vanno rafforzati e creati dove non esistono, in questo settore anche la scuola è un posto fondamentale per offrire percorsi innovativi, per fare in modo che i ragazzi si sentano protagonisti. La solidarietà tra i membri di una comunità, unita a un corretto approccio umano, può rappresentare una rete di protezione per evitare che eventi tragici si ripetano. E’ essenziale che i più giovani sappiano di avere a disposizione aiuti e che non siano soli nelle fasi difficili e critiche della vita. Le persone vanno ascoltate e comprese prima che sia troppo tardi.


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Paolo Iannuccelli
Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.