La Regione Lazio nei giorni scorsi ha approvato la mobilitazione di 450 milioni di euro circa per rispondere alle difficoltà economiche generate dall’emergenza Covid-19. Un provvedimento che ha generato un sostegno di liquidità per le imprese e i liberi professionisti, chiamato “Piano Pronto Cassa”. Per accedere a questi “aiuti” si dovevano inviare le richieste, entro lunedì 20 aprile, al portale web Fare Lazio. Sono state 35.845 le domande arrivate, numero che ha superato di ben 5 volte le possibilità economiche a disposizione del fondo stesso. Motivo per il quale con una determina dello stesso giorno, la regione Lazio ha indicato, con immediatezza, a Lazio Innova, che gestisce il meccanismo attraverso il quale si dovevano effettuare le domande di finanziamento, di provvedere a chiudere immediatamente lo sportello. Un’azione evidentemente avventata che non è passata inosservata soprattutto alle associazioni di categoria che fin da subito hanno pubblicamente fatto le proprie rimostranze verso la giunta Zingaretti. Sono stati molti anche i reclami raccolti dal vice Presiedente della Provincia di Latina, Vincenzo Carnevale, un territorio che racchiude molte aziende e diversi liberi professionisti che sono stati travolti, come tutti, da questa profonda crisi generata dalla pandemia. «Il Piano Pronto Cassa – dichiara Carnevale – doveva essere uno strumento, tangibile, di aiuto per le tante aziende, per i tanti artigiani e liberi professionisti, anche della nostra provincia. Doveva essere una prima scialuppa di salvataggio in un mare in tempesta, invece si è rivelato un sistema palesemente insufficiente. Ho raccolto in pochi minuti centinaia di proteste di persone che non sono riuscite ad accedere alla piattaforma per protocollare la domanda nei giorni scorsi e altri che nel fatidico giorno del click day per “confermarla” si sono visti chiudere lo sportello telematico da un momento all’altro, come una porta sbattuta in faccia all’improvviso. Insomma, una waterloo burocratica che mette in luce, da prima, l’incapacità del sistema di sostenere quella che, palesemente, sarebbe stata una giornata di fuoco per l’apparato stesso e poi del fallimento dell’iniziativa in quanto il fondo previsto può soddisfare appena 8000 aziende, un numero che, solo nella nostra provincia, è di gran lunga superiore. Ciò nonostante credo fermamente che non giovi a nessuno perpetrare il gioco della polemica quindi vista la tragica situazione che stiamo vivendo sia più utile chiedere al governo di questa regione di rifinanziare il piano stesso, aprendo così di fatto ad altre richieste, oppure di disporre immediatamente – conclude Vincenzo Carnevale – nuove azioni a fondo perduto per “offrire” altre opportunità a tutte quelle partite iva rimaste senza la possibilità di un aiuto concreto».


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