L’accusa di Re Giorgio Armani : Sono stufo di vedere le donne in mutande…dice no alle donne trasformate in oggetto del desiderio.
Ma facciamo un passo indietro.
Riprendendo anche un mio libro “Donne in…e dentro la storia”(Albatros Edizioni) dove si parla anche dei costumi delle donne e cosa hanno caratterizzato nella nostra storia alcune delle donne più influenti.
Nei primi secoli della storia di Roma e durante l’epoca repubblicana, all’interno di una società rigidamente patriarcale, l’uomo è il capo indiscusso del nucleo familiare e come pater familias ha potere di vita e di morte sulla moglie, sulla prole e sulla servitù. Soltanto l’uomo gode dei diritti politici (votare, eleggere e farsi eleggere, intraprendere la carriera politica), la donna ne è del tutto esclusa: non può, infatti, votare nei comizi elettorali.
Le donne del Medioevo sono sottoposte prima al padre o al capofamiglia maschio; in seguito, da sposate, rimangono assoggettate al marito per tutto il resto della propria esistenza.
Fisicamente deboli e moralmente fragili, le donne sono considerate esseri da proteggere, sia dagli altri che da sé stesse. Tutte indistintamente sono sottoposte alla sorveglianza e alla tutela degli uomini.
La condizione femminile si riferisce al complesso di norme, costumi e visioni del mondo che riguardano il ruolo della donna nella società.
Molte culture diverse hanno riconosciuto alla donna capacità e ruoli limitati alla procreazione e alla cura della prole e della famiglia. L’emancipazione femminile ha rappresentato, negli ultimi secoli, la ricerca di un’uguaglianza formale e sostanziale tra la donna e l’uomo.
La storia è stata scritta quasi interamente dagli uomini, anche in tempi recenti. Proprio per questo è particolarmente interessante osservare come, nel XX secolo, si sia evoluta nel corso dei decenni la figura femminile perché proprio attraverso la moda, il costume e le attività, è possibile ricavare una chiave di lettura diversa, più sfaccettata ma anche più fedele, del ruolo della donna in tempi ancora molto vicini a noi.
Chi sono le donne ritenute “ribelli” nel corso dei secoli?
Nel corso degli eventi, però, la donna ha sempre dimostrato le sue capacità, indomita e coraggiosa. Solo nel secolo scorso, si sono apprezzati i risultati di epoche di lotte per l’indipendenza e per la parità dei diritti.
Sebbene ancora oggi la condizione delle donne sia caratterizzata da ineguaglianze, è grazie all’audacia di molte figure, che sono insorte contro gli schemi imposti per autodeterminarsi, se la mentalità, delle donne in primis, è cambiata.
Giovanna D’Arco.
Angela Tolsà. Sua madre aveva firmato un contratto matrimoniale con un undicenne di un’importante famiglia valenciana. La sedicenne non si fece mai toccare dal marito, nonostante i maltrattamenti e le percosse subite. Dopo anni di soprusi, riuscì ad ottenere una sentenza di divorzio.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le donne non hanno solo sostituito gli uomini nel lavoro e nel mantenimento della famiglia, ma hanno fatto la Resistenza, prendendone parte attivamente.
C’erano Irma Bandiera, Ondina Peteani, Carla Capponi.
E ancora, Francesca De Giovanni, Giovanna Marturano, Gisella Floreanini, Nilde Iotti, Maria Boschi, Rita Rosani, Enrichetta Alfieri, Camilla Rivera.
Ritornando alla provocazione di Giorgio Armani…
La lista di donne che hanno lottato per cambiare il mondo, in ogni settore della società, è davvero infinita. Nella musica, nella politica, nell’arte e in ambito culturale e civile, ognuna di loro, con la forza che caratterizza chi, nella vita, ha subito, sofferto e visto i sogni infrangersi come un’onda contro i grandi scogli delle convenzioni patriarcali della società, ha alzato la voce e dimostrato le proprie capacità.
Ogni donna ha il diritto, ma soprattutto il dovere, di far valere i propri ideali, i propri obiettivi e di indignarsi e ribellarsi contro le differenze di genere se l’obiettivo è quello di avere un futuro migliore e più libero per tutte le donne.
Alessandra Trotta
(Giornalista e scrittrice)
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