LATINA – «Voglio giustizia per mio figlio e guardare in faccia chi lo ha abbandonato così!». E’ la rtchiesta disperata della madre di Satnam Singh il bracciante agricolo indiano abbandonato senza un braccio e morto dopo due giorni di ago- nia. La donna ha parlato via WhattsApp dall’India.
La voce arriva dal telefono ed è distrutta. Satnam oltre alla moglie Sony ha lasciato dall’altra parte del mondo un pezzo della sua famiglia e della sua vita. C’è il padre, la sorella che a breve si doveva spo- sare, il fratello e la madre. A loro mandava i soldi che guadagnava qui nelle campagne dell’Agro Pontino. «Voglio vedere – ripete tra le lacrime – il corpo di mio figlio in qualsiasi condizione e voglio vedere l’uomo che lo ha abbandonato, non capisco come possa aver fatto questo. Voglio vedere il posto dove mio figlio Satnam è morto. Im- magino quello che sta vivendo la moglie. Chiediamo giustizia».
I familiari del bracciante agricolo vogliono venire in Italia e stanno contattando l’Ambasciata per poi poter riportare la salma in India.
Intanto nell’inchiesta condotta dai Carabinieri e dalla Procura di Latina sul caporalato che risale al 2019 la notifica di chiusura indagini che ha riguardato altri 16 imprenditori tra Sabaudia, SanFelice Circeo e Terracina ha una da- ta precisa: il 18 giugno del 2023. Nell’avviso di conclusione indagini c’è anche il nome di Renzo Lovato, il padre di Antonello, titolare dell’azienda agricola dove lavorava Satnam. Insieme agli altri indagati i pm hanno sottolineato che assumevano e impiegavano manodopera grazie ad un’intermediazione sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno.
Intanto dai primi risultati dell’autopsia svolta nei giorni scorsi su disposizione della Procura, Satnam Singh è morto anche a causa di un «copioso sanguinamento».
La morte del 31enne indiano deceduto il 19 giugno nelle campagne di Latina, sarebbe stata causata da un dissanguamento dovuto alla recisione delle vene del braccio rimasto incastrato nel macchinario per stendere il velo di plastica nei solchi del terreno e dalle gambe dove il medico legale ha trovato profonde lacerazioni che hanno provocato un importante sanguinamento, rivelatosi fatale. Forse con un intervento rapido in ospedale il ragazzo poteva anche essere salvato e questa circostanza rende ancora più grave e crudele la condotta di chi lo ha abbandonato così, come se fosse merce avariata.
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