La filosofia di Umberto Eco a cura di Anna Maria Lorusso
La filosofia nasce da un atto di meraviglia di fronte al mistero delle cose che ci circondano.
Aristotele
La filosofia di Umberto Eco (La nave di Teseo editore) è un libro autorevole che costituisce un bilancio e una eccezionale sintesi dell’opera enciclopedica, filosofica, storica e letteraria, del grande semiologo morto a Milano cinque anni fa (febbraio 2016).
L’autore aveva espresso la volontà di non essere ricordato con pubblicazioni, seminari e convegni prima del periodo indicato. Dopo che la sua estrema volontà è stata rigorosamente rispettata, viene oggi pubblicato questo corposo volume che, oltre a contenere un’ampia Autobiografia, raccoglie importanti contributi di analisi, di studio e di approfondimento sulla variegata produzione filosofica e semiotica, storica e narrativa dell’intellettuale italiano più conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Profonde e acute sono le riflessioni che Umberto Eco, filosofo multiforme, durante la sua avventura esistenziale e intellettuale, ha espresso nel corso dei decenni sulla filosofia, sui criteri, valori e modi di dare senso al mondo e alla vita, sulla visione estetica del Medioevo, sulla bellezza, sulla bruttezza e kitsch, sui modelli di conoscenza e interpretazione e valorizzazione della cultura che si manifesta anche nella pratica della traduzione e nei mass media.
Nell’Autobiografia, che costituisce il saggio più marcatamente autobiografico del volume, Eco ricorda, come tappa importante del suo itinerario intellettuale, l’idea di opera d’arte come metafora epistemologica, che esprime il modo di vedere il mondo, che riflette le sue concezioni della scienza, del sapere e i suoi modelli di cultura.
Per Eco la filosofia, e anche la semiotica, è un tipo di interrogazione che consente di interpretare in modo adeguato le varie visioni del mondo, che sa leggere i testi e sa cercare i modi di formare i criteri, i valori e i limiti di un modo di vedere e intervenire sul mondo. Dare senso al mondo significa trovare un ordine del mondo e scoprire criteri condivisi per intrepretarlo. Al cuore della filosofia c’è la domanda sull’essere, sulla verità e sul mondo. Pertanto l’attività filosofica è euristica perché ha il compito di elaborare categorie generali che possono funzionare per fare ordine, strutturare e analizzare la molteplicità del reale.
Le riflessioni su conoscenza e linguaggio per Umberto Eco sono sempre funzionali all’interpretazione del molteplice del mondo e alla sua intelligibilità. La riflessione sui confini e sullo statuto della conoscenza è tutt’uno con la riflessione sulla filosofia del linguaggio. Ogni pensiero per l’autore è un segno e la conoscenza per svilupparsi e strutturarsi ha bisogno di segni.
L’elaborazione euristica della filosofia è sempre ipotetica, fatta di tentativi in forma narrativa perché racconta un percorso di ricerca e la storia dei concetti descritti. Un punto centrale del volume è il rapporto tra teoria e narrativa. Diversi studiosi hanno letto e interpretato i romanzi di Eco in funzione dei concetti della teoria e hanno elaborato una lettura originale del rapporto tra narrativa e filosofia.
Eco nella sua Autobiografia ha scritto «di ciò che non si può teorizzare, si deve narrare». I romanzi, che sono parte del suo pensiero filosofico, mettono in risalto i punti critici della sua riflessione filosofica, esprimono i limiti, i confini, i punti controversi della sua filosofia. Alla filosofia spetta il compito di porre categorie, alla narrativa quello di mettere in scena mondi. Per Eco «un romanzo è un palcoscenico per certi aspetti della vita con tutte le sue contraddizioni».
Nel volume, La filosofia di Umberto Eco, per “fare ordine” nell’impresa intellettuale di Eco, considerato «l’ultimo dei poligrafi enciclopedici» o anche «l’ultimo degli illuministi», sono state raccolte le riflessioni e i contributi di studiosi su sette aree tematiche: Medioevo, Epistemologia, Filosofia del linguaggio, Traduzione, Filosofia della letteratura e Narrativa.
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