LATINA – Il tragico incidente su lavoro avvenuto ieri a Sezze, e che è costato la vita a Massimo Massetti dipendente di Acqualatina, ci ha lasciati sconcertati e sgomenti. Non si può morire a 50 anni, lasciando moglie e figli piccoli, soprattutto non si può morire di lavoro che deve essere fonte di prosperità, felicità e crescita, che non può gettare nella disperazione e nel dolore un’intera famiglia, un’intera comunità. Ogni infortunio sul lavoro, grande o piccolo che sia, rappresenta sempre una sconfitta, una piaga dolorosa, ma si è ancora più turbati di fronte ad una morte così assurda avvenuta durante il ripristino del servizio pubblico interrotto a causa del furto di rame da parte di ignoti.
Commenta Roberto Cecere Segretario Generale della Femca Cisl di Latina “ In questo doloroso momento non ci sono parole sufficienti per esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia di Massimo Massetti. Quanto accaduto ieri deve spronarci, come sindacato, a fare sempre di più e meglio per la sicurezza sui luoghi di lavoro; difendere l’occupazione è sacrosanto, ma altrettanto importante è non abbassare mai la guardia sul tema della qualità e sicurezza del lavoro. Bisogna lavorare sulla consapevolezza del rischio delle persone. Chi lavora deve adottare tutti i dispositivi per evitare incidenti e deve pretendere che gli vengano forniti. Le aziende hanno l’obbligo di custodire l’incolumità dei propri dipendenti. La sicurezza non può essere un optional, ma una regola.
Abbiamo chiesto alla Direzione Aziendale di Acqualatina un incontro urgente al fine di cercare di comprendere meglio quanto accaduto, e le dinamiche che hanno portato all’incidente. Soprattutto vogliamo comprendere se esistono i margini di manovra per migliorare ancora di più la sicurezza di quanti operano sugli impianti “.
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