LATINA- Ci sono stagioni diverse nella vita di ognuno. Ho creduto, per tanti anni, che la Politica fosse il tutto, l’unico pieno possibile per riempire il vuoto di dentro. Un vuoto a cui non riuscivo ad attribuire un nome, una definizione.
Un pomeriggio di qualche anno fa mi son ritrovato tra le mani i “Pensieri” di Pascal. Libretto ed autore che avevo tanto amato negli anni del Liceo classico, quando la filosofia era la “mia” materia tanto da iscrivermi, terminati gli studi, alla facoltà di Tor Vergata. Frequentai Storia della Filosofia Antica e Filosofia Politica, poi ebbi l’insensato timore di studiare da disoccupato. Mi spostai dunque all’altrettanto inutile, si fa per dire, Scienze Politiche.
Dicevo, ho amato Pascal. Ma, almeno al Liceo, lo lessi con gli occhi di uno studente che deve esser valutato, misurato, giudicato. Quel pomeriggio lì potei gustarne tutta la verità e la potenza. Avevo di fronte pagine che parlavano anche di me, della mia Vita, del senso di questo nostro stare al mondo. Un lampo di certezza ha squarciato la mia anima: mi domandai, come avessi potuto vivere senza interrogarmi circa l’esistenza o l’inesistenza di Dio, come avessi potuto, cioè, non vivere ma trascinare le ore le giornate gli anni. D’improvviso mi accorsi della povertà interiore di cui ero ricolmo, delle ansie e delle paure, della mancanza di senso che stavo dando alla mia Vita.
Mi confrontai con un sacerdote e da lì si avviò un sentiero, bellissimo e tutt’altro che facile, che mi ha portato ad abbracciare i sacramenti della Comunione e della Confermazione, oltre che una quotidiana esperienza di incontro con il corpo ed il sangue del Signore morto e risorto, vale a dire la S.Messa. Incontri, situazioni, sacerdoti, fratelli e sorelle di Fede che m’hanno accompagnato in una conversione che ha abbracciato ogni aspetto e dimensione della mia esistenza. Ho capito che il senso di tutto, di tutti è Dio e la grande Parola d’amore che si incarna in Gesù e che arriva, per mezzo dello Spirito, a ciascuno di noi. La Fede cristiana è una esaltazione di libertà: sta a noi, cioè, scegliere, decidere che questo amore immenso e sconfinato ci trasfiguri completamente e senza accomodamenti o mezze misure.
Arriveremo a capire, dunque, che non sono tanto gli altri ad aver bisogno di noi (magari con un retropensiero di superomismo più o meno esasperato), ma siamo noi ad aver bisogno di Cristo. Don Luigi Giussani, una altra voce fondamentale per questo mio percorso di Fede ebbe modo di dire, in una Piazza San Pietro gremita ed inginocchiandosi di fronte a San Giovanni Paolo II che il senso del messaggio cristiano è esattamente il seguente: “Cristo mendicante del cuore dell’uomo, il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”. In questa reciproca mendicanza, dunque, sta il cuore della “buona novella”, del Vangelo.
Ho imparato ad attribuire la giusta importanza alle persone ed alle cose. A gustare i piccoli raggi di sole che irradiano la nostra esistenza. Ho scoperto la bellezza della preghiera del Rosario, ad esempio, così da rivivere con gli occhi pieni d’amore della Madre le vicende grandiose e tumultuose del Figlio.
Dunque, in tutto ciò, appare veramente piccina e priva di senso reale ogni altra attività umana. Politica compresa.
Risuonano in me le parole che Giovanni Paolo II pronunziò, in uno dei suoi discorsi più belli, ai giovani di Santiago del Cile nel 1987: “L’uomo può costruire un mondo senza Dio, ma questo mondo finirà per rivolgersi contro l’uomo. Contro l’uomo!”.
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