ll rapporto radicato dei cestofili con il mondo della ristorazione e del divertimento non è mai mancato vista la presenza nella zona Pontina e dei Lepini di tanti locali che hanno sospirato e continuano a vedere la presenza di personaggi abitudinari che non hanno mai cambiato “bandiera”. Il baskettaro è per antonomasia un habituè: stessa spiaggia e stesso mare. Sono più di sessanta gli ex giocatori di pallacanestro che sono impegnati nella professione di avvocato. Li vediamo ogni mattina in Tribunale, in Piazza Bruno Buozzi, per poi fare colazione nello storico bar Magnanini. Una storia cominciata da lontano quella del fondatore, quell’Enea Magnanini proveniente da Fabbrico in provincia di Reggio Emilia. Lui era un tipo in gamba, grande lavoratore pronto a caricare sulla sua Fiat Giardinetta decine di bottiglie di Lambrusco della ditta Alberini, secco con etichetta blu amabile con quella rossa. Adesso troviamo dell’ottimo Lambrusco a Borgo San Michele dai “fratelloni” con la marca Lini di Correggio non disdegnando mai la Cantina La Giara che offre i suoi prodotti ai frequentatori del Fogolar Furlan. La moda di frequentare locali tipici con cucina dei Monti Lepini era davvero radicata nei primi anni Settanta, ristoranti come Santuccio e Barbitto a Sezze, Checchino, Stefano, Metardo, Zampi a Cori, La Vedova, Polifemo a Norma erano dei veri e propri “cult”. Poi attirò l’attenzione il ristorante Gianna a Sezze preso in gestione da Ezio Giorgi – presidente della Lazio Basket – che a Sezze aveva creato importanti realtà nel basket e nel calcio. Ogni sabato da Gianna si esibiva Oscar Valdambrini con la sua inimitabile tromba. A Latina era d’obbligo gustare la pizza di Gennaro in Via Tasso, era quella tipicamente napoletana che riusciva a convincere proprio tutti per la sua bontà. La frequentazione della pizzeria di Romeo lungo la strada per la stazione era quasi un obbligo la sera per tanti sportivi che si divertivano nel piccolo giardino che poi fu trasformato in una nuova ala del ristorante. Immancabile la presenza di Renato Sabatino, Ascenzo De Bonis, Lorenzo Paulinich, sempre pronti a scherzare con Romeo Di Lanzo che, appena arrivato dalla Germania dalla quale era tornato da poco tempo, riuscì a creare un gruppo davvero affiatato di clienti. Romeo amava il basket tanto da accompagnare in trasferta la squadra Cadetti della Pallacanestro Latina. Il Di Lanzo ebbe ottimi e gioviali rapporti con Umberto Peloso, il proprietario della “concorrente” pizzeria-ristorante Felix a Borgo Isonzo. Molte vittorie della Virtus Rip-Inox si festeggiavano la domenica sera proprio al Felix che era quasi imbandito a festa con i clienti che applaudivano i cestisti dopo il successo conseguito al palazzetto dello sport. E all’ora di pranzo dove andavano gli appassionati? Era d’uso arrivare dopo l’orario scolastico al Bar Di Russo, nella centralissima Piazza Della Libertà, vi si discuteva un po’ di tutto, tutti i giorni eccetto la domenica quando si svolgevano le partite. Silvio Di Russo era sempre pronto ad accontentare i tanti personaggi presenti che dividevano il loro tempo tra chiacchiere, il gioco del flipper e il biliardo nella saletta dove a dirigere le cose c’era uno strano personaggio chiamato affettuosamente “il nonno”. Adesso va molto di moda il rito dell’aperitivo quotidiano con tanto di bevande e tagliere ricco di affettati, formaggi ed altre specialità culinarie. Da Di Russo alle 13 in punto scattava l’ora di Campari soda e pizza bianca farcita di prosciutto, anche in quel campo eravamo stati preveggenti. I “vitelloni” della cosiddetta Latina-bene erano di casa al Bar Mimì della famiglia Perrelli. Il presidente dell’AB Latina Felicetto Ferrazza aveva la buona abitudine di offrire la pizza ai giocatori quando vincevano partite importanti o prima della partenza per la leva limitare. Sceglieva l’antico locale Il Gallo D’oro davanti al cinema Giacomini, per una ristorazione veloce non mancavano le puntate alla Rustichella e Rusticanella. Alla Rustichella avevamo fatto amicizia con un bravissimo pizzaiolo di Lecce che chiamavano amichevolmente Causio vista la somiglianza con il giocatore della Juventus. Coach Luciano Marinelli quando doveva tornare in tribunale si recava alla trattoria Cappelletti in Via Del Lido. I pranzi di una certa importanza si tenevano al Ristorante Impero Renato Mocellin, patron della Sicma Sud Latina organizzava abbondanti libagioni al Charlie Brown di Sermoneta, Pino D’Alessandro pranzava giornalmente al ristorante Impero guardando molto alla linea. Per lui hamburger – allora chiamato svizzera -, insalata mista e una bottiglia di acqua minerale. Il mito del ristorante Astura per anni non è mai tramontato, in quell’angolo di terra tra Latina e Nettuno. Dal ristorante all’albergo il passo è breve. L’Associazione Basket Latina quando disputò la stagione sportiva nel 1976-77 in serie B decise di convocare i giocatori tre ore prima della partita del sabato pomeriggio presso l’hotel Garden nella sala convegni per le ultime disposizioni tattiche e tecniche impartite dal coach Luciano Marinelli. Su una lavagna, con tanto di gessetto bianco si mostravano i giochi d’attacco preferiti dalle squadre avversarie e si studiavano alcune soluzioni che sembravano idonee. Questo modo di approcciarsi alla partita era gradito ai giocatori perché “rispolveravano” quanto fatto durante la preparazione settimanale in vista del confronto di campionato.
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