ROMA – L’annosa questione della Direttiva 2006/123/CE, la cosiddetta “Bolkestein”, continua ad aleggiare ed a tenere con il fiato sospeso gli odierni fruitori dei titoli demaniali e delle licenze di vendita ambulante che operano sul territorio italiano, stante la scadenza prevista per il 2020, allorquando si dovrà procedere inesorabilmente alle procedure di evidenza pubblica, con il concreto rischio di ripercussioni negative su decine di migliaia di imprenditori, in virtù del fatto che per scongiurare l’ingresso di terzi dovranno necessariamente consorziarsi, con la conseguenza di dover far fronte con risorse finanziarie proprie non di poco conto, onde poter partecipare alle gare di appalto di servizi.
La politica segue con attenzione la vexata quaestio di origine europea, e nei giorni scorsi sia il Ministro per le politiche agricole e il turismo Gianmarco Centinaio, che il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, auspicavano il ricorso agli strumenti legislativi più idonei, al fine di tutelare le realtà economiche presenti nel nostro paese, con la partecipazione di tutte le Regioni, le quali invocano da tempo poteri maggiori sul demanio marittimo.
Il promotore Frits Bolkestein, in un recente incontro avvenuto a Roma, affermava che le concessioni demaniali sono beni e non servizi, quindi la Direttiva non sarebbe applicabile ai balneari, ma le istituzioni europee pare siano di avviso diverso, e proseguono nella direzione intrapresa da anni, a ritmo di proroghe senza esiti certi, ferma restando la data ultima (al momento) del 31 Dicembre 2020, oltre la quale verranno indette le procedure, e le concessioni potrebbero passare di mano ai migliori offerenti, non escluso investitori di altri paesi emergenti.
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