Molti sapranno che Faust, superuomo (Kerl >uomo forte) per antonomasia cioè posseduto dal dàimon e perciò affetto da titanismo endemico (In Goethe eroismo romantico), stringe un patto con il canagliesco Mefistofele che lo scaraventerà dritto all’inferno. Belioz suggestionò i venturi Wagner e Mahler, il primo rimescolò musicalmente (e anche testualmente) il “Faust”, Wagner lo rifuse in “Rienzi”, il tribuno capopopolo che nell’opera è destinato a una ben triste fine: i romani, esasperati da Cola di Rienzo, finirono col trascinarlo per le strade della città costringendolo a strusciare con la lingua per terra. A parte la favoletta(!) dei corsi e ricorsi della storia certe analogie dovrebbero essere d’insegnamento ai contemporanei. Insieme alla grandiosa opera di Berlioz (La damnation de Faust) merita d’essere ascoltata-vista l’opera di Wagner (Rienzi),per non pochi aspetti premonitrice degli accadimenti canaglieschi che il Rienzi nostrano ha provocato e continua a provocare superando ogni limite perfino dell’indecenza. Ho già dichiarato che non sono tagliato per le analisi squisitamente politiche ma affé (perdio!) ritengo di arrivare a capire che costui sia veramente un “male oscuro” che andrebbe debellato hic et nunc, senza remore, cancellato dalla scena politica per comprovata “insanità” ovvero per oltraggio al comune senso
d’ogni pudore, del limite di ogni sopportazione civile. Giacchè il suo obiettivo precipuo è quello di decapitare Conte questi dovrebbe incarnarsi in Mefistofele, irretirlo con l’abbaglio della Boschi (alias Margherita goetiana!) per poi spedirlo filato filato all’inferno cioè “deportarlo” all’addiaccio e farne un “convitato di ghiaccio”, teso e muto come spauracchio per i lupi, gli orsi o i bisonti della politica corrente cosicchè, finalmente, tutti vivranno felici e contenti (col Covid di mezzo è tutto dire)! Al di là delle metaforiche licenze soggiungo che è davvero vergognoso e scandaloso arrivare a catastrofi annunciate e perpetrate di tal fatta in una situazione così drammatica quale quella che stiamo vivendo. Personalmente sono pronto alla chiamata: una “cavalcata” (e non marcia!) su/contra R per manifestare a favore della ri-mozione dell’oppressore e denigratore della Nazione, narciso funesto e virus molesto. A lui gridiam: <Via col vanto che ti divora e / attosca /O tosco che superbo e sciocco/ t’en vai per la nazion dolente/ e prona/in gran dispitto e scacco/ avendo/ le oneste genti che trepidanti/ quel Veltro attendono/ che sparir ti farà con doglia./ Tu che Rienzi fosti/ guar/dati dai venator che tosto /alle costole avrai/e pur da Lucifero cui /vanagloria t’istiga/ e perfida t’ammoglia> Amìn!! (gimaul)


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