Condanna confermata a quattro anni e due mesi in Corte d’Appello per il tecnico radiologo Roberto De Vita, 59 anni, ritenuto il presunto responsabile del reato di violenza sessuale su alcune pazienti minori. Per l’uomo l’altro reato ipotizzato era quello di esercizio abusivo della professione.
I giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello hanno così confermato la pena emessa dal gup del Tribunale di Roma Corrado Cappiello in occasione del processo che si era svolto con il rito abbreviato, un giudizio previsto dal codice e che prevede la riduzione di un terzo della pena. Dopo il deposito delle motivazioni, gli avvocati Luca Giudetti e Laura Bove avevano impugnato la condanna presentando ricorso in Corte d’Appello.
I magistrati romani hanno anche condannato l’imputato al pagamento delle spese di giudizio alle parti civili che si sono costituite, tra cui la Asl di Latina e alcune vittime rappresentate dagli avvocati Maria Antonietta Cestra, Maria Belli, Daniele La Salvia, Gigliola Turrini. Al termine del processo la Corte d’Appello ha anche accolto la richiesta di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo che è tornato in libertà. Secondo quanto ricostruito nel corso di una indagine condotta dalla Squadra Mobile – sulla scorta di una denuncia presentata nel dicembre del 2020 – in occasione di una radiografia il tecnico radiologo aveva chiesto ad una paziente di spogliarsi per palpeggiarla e in un secondo momento è emerso che avrebbe anche ripreso alcuni momenti delle visite filmando tutto con un cellulare.
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