Latina – La storia personale di Enrico Forte è molto legata alla mia. Anche lui è nato e vissuto a Priverno. E le nostre famiglie sono state legate da un’amicizia solida e salda. Da noi, i rapporti umani contano molto e le amicizie vere, spesso e volentieri, uniscono più del parentado.
E così era infatti nel gruppo dei cattolici della città. Benito, il padre di Enrico, frequentava assiduamente casa mia, in quanto all’epoca ricopriva il ruolo di Presidente provinciale dell’Azione Cattolica e mio zio arciprete e monsignore Angelo Masi, era l’assistente diocesano.
Da qui il motivo della mia cooptazione nell’avventura elettorale di Enrico e della sua richiesta irrinunciabile ad affiancarlo. E’ stata l’esperienza più brutta della mia vita. Sono passati 3 anni e passa e ne riusciamo a parlare solo ora. Ma la mia e la sua delusione hanno ancora ferite profonde e le cicatrici sono evidenti e palpabili. Probabilmente perchè l’elaborazione del “lutto” non è stato completato. Decido quindi di non infierire più di tanto, anche se avrei voluto dirgli tutto quello che non è andato all’epoca. Ma ormai a che serve più?
Comunque partisti bene Enrico. Con un 40 per cento di fiducia andato letteralmente in fumo. Ricordo che in un comunicato ti assumesti le responsabilità della debacle. Metodo troppo frettoloso per archiviare una grande delusione. Un metodo non giusto. Per chiudere una pagina dolorosa è necessario infatti fare molta chiarezza. Tant’è però. Indietro non si torna. Ma come avresti agito e cosa avresti fatto se fossi stato eletto tu sindaco di Latina?
“Avrei lavorato per ridare un ruolo alla città, sia a livello provinciale che regionale”, dice con slancio, smettendo di aspirare il suo immancabile sigaro che crea tante nuvolette nell’aria.
“Latina, spiega, è la seconda città del Lazio e purtroppo questa Amministrazione non favorisce e non assolve a questo ruolo. Non hanno una visione e un progetto di città che indichi una direzione, un obiettivo, una meta. Non c’è niente.
Il loro, è un approccio ideologico. Un rinchiudersi in se stessi in forme manichee che dividono la città in pro e contro. Così facendo non rappresentano affatto l’intera comunità. E fino ad ora, tra l’altro, abbiamo assistito a tutta una serie di atti amministrativi che non hanno operato nessun cambiamento visibile e percepibile”.
Spiegati meglio
Tutti ci saremmo aspettati che una volta eletti, facessero quel salto di qualità dovuto e necessario. Vale a dire il salto nelle istituzioni e porsi a servizio della comunità. Di tutta la comunità. Invece no. Hanno mantenuto la sindrome del nemico, che seppur buona e motivante in campagna elettorale, in questo contesto non lo è più.
Atteggiamenti a parte, qual è il problema più grave secondo te?
La gestione dei rifiuti. Non basta fare una società pubblica che si occupi solo di raccolta. Oltre la raccolta c’è lo smaltimento. I dati di questa città con la differenziata al 28%, sono drammatici. Oggi si grida contro la riapertura della discarica di Borgo Montello. Ma cosa è stato fatto fino ad ora? Nulla. Bisognava affrontare il problema fin dall’inizio mettendo Latina alla guida di un sub-ambito in grado di realizzare impianti e potenziare così la raccolta differenziata.
Come?
Avviando le procedure della bonifica del sito del Montello. Unico strumento per ritardarne l’apertura. Niente. Non è stato fatto niente. E’ arrivato il momento di chiedere le dimissioni dell’ assessore all’Ambiente, Roberto Lessio. E lo faccio con forza da qui.
Tu ti sei speso affinché il Pd facesse un accordo con Lbc per governare questa città. Accordo peraltro a quanto pare chiuso. O no?
Si. Chiuso. E’ stato un vero stillicidio. Io mi sono posto un problema politico. Per arginare la destra, ho pensato ad un fronte ampio, aperto alla gente perbene di questa città. Anche di destra. Data la situazione di stallo, questa era anche una grande opportunità per dare una svolta all’attività amministrativa. Una sterzata profonda. Abbiamo trattato per mesi. Per noi era importante fare due, tre cose.
Quali?
Partire con la rigenerazione urbana, anzitutto. Dare una sterzata alla gestione dei rifiuti e trovare una soluzione ai problemi più spiccioli…il teatro, le strade il verde e via discorrendo. Occuparsi quindi del decoro della città.
Coletta si è assunto una responsabilità politica molto forte non portando avanti questa possibilità
Perchè è finita?
Perchè ha prevalso uno spirito di appartenenza e una mancanza di apertura nei confronti della città e del Pd.
Va detto che noi abbiamo fatto all’interno del mio partito un lavoro molto faticoso, perchè non tutti erano d’accordo.
E adesso?
Niente. Ne abbiamo preso atto e rimaniamo all’opposizione.
Non ci dimentichiamo però una cosa molto, ma molto, importante. Un passaggio politico fondamentale. Vi ricordate quando si è votato per il presidente della Provincia? Bene. Alcuni di noi, me compreso, abbiamo spaccato il PD per votare Coletta. Mentre l’altra parte votava Medici. Questo passaggio dal nostro Sindaco non è stato colto. Non ha colto infatti che tutte le premesse per un accordo partivano da lì. Certo non è un atto dovuto, ma ha una grande valenza politica.
Carla Amici domani verrà nominata Assessore alle Attività produttive. Dove porterà questa scelta?
E’ questo il modo più sbagliato per avere da parte di questa Amministrazione, un rapporto con il Pd, in quanto nasconde un maldestro tentativo di dividerlo. Anche se la scelta della Amici è esclusivamente personale.
Ma voi due siete stati sempre dalla stessa parte però…
E’ vero. Ma io ora scelgo il Pd e ognuno va per la sua strada.
Finito il fidanzamento dunque che non ha portato alle nozze, alle prossime elezioni ognuno andrà in ordine sparso?
Non abbiamo chance. Per noi esiste un problema che va oltre. Qui a Latina ci sono tante persone moderate e perbene. Le dobbiamo individuare.
Di cosa ti occupi in Regione?
Di dissesto idrogeologico, di urbanistica e rifiuti e di attività produttive. Tutte commissioni importanti e di una sono anche vicepresidente.
Il presidente del Consiglio comunale, Massimiliano Colazingari, mi ha detto in una intervista, che voi della minoranza partecipate poco all’assise comunale.
Si, perchè il loro è un consiglio vuoto. Qualsiasi proposta che arrivi dall’opposizione non solo non viene accettata, ma neanche presa in considerazione. Come si fa a costruire un dialogo se a prevalere è un atteggiamento di parte e non uno spirito generale e comune? L’ho già detto: mancano di aperture. Un problema serio quando si governa, se prevale un atteggiamento di parte e di appartenza. Anche perchè penso che tutti quelli che abitano in questa città, che siano di destra o di sinistra, hanno anch’essi a cuore la crescita e il bene del luogo in cui vivono.
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