Il campionatore ad alto volume installato dall’Arpa per rilevare la presenza di inquinanti dell’aria, a seguito dell’incendio alla Loas, ha già prodotto i primi risultati. E non sono per niente rassicuranti: la presenza di diossine è tre volte e mezzo superiore a quella che fu generata dall’incendio alla Eco X di Pomezia.
Il monitoraggio è stato avviato nelle prime ore del 10 agosto, il giorno dopo l’incendio, ed è tuttora in corso. Il campione del 10 agosto vede la presenza di 303 particelle per metro cubo, quando il valore di riferimento (cioè il limite previsto) è compreso tra lo 0.1 e lo 0.3.
“Per quanto riguarda le diossine non esiste un riferimento normativo in aria ambiente – scrive l’Arpa nel suo rapporto – Concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) in ambiente urbano di diossine e furani sono stimati (dati World Health Organization WHO nel documento Guidelines for Europe 2000) pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni in aria di 0,3 pg/m3 o superiore sono indicazioni per fonti di emissione localizzate. Il valore del primo campione è superiore al valore di riferimento individuato dall’OMS per l’ambiente urbano. A titolo informativo, si segnala il valore delle diossine misurate in prossimità dell’incendio Eco X (Via Pontina Vecchia, Pomezia) nei giorni 05-06 maggio 2017 pari a 77,5 pg/m3”.
“Tra gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) normalmente rilevabili il benzo(a)pirene, è l’unico composto per il quale il d.lgs. n.155/2010 prevede un valore limite pari a 1 ng/m3 come concentrazione media annua. Il valore del primo campione è superiore al valore limite annuale
previsto dalla normativa. Per quanto riguarda i PCB, a titolo informativo, si segnalano i valori dei PCB misurati in prossimità dell’incendio Eco X (Via Pontina Vecchia, Pomezia) nei giorni 05-06 maggio 2017 pari a 394 pg/m3 e quelli rilevati presso l’impianto durante l’incendio del TMB (via Salaria, Roma) nei giorni 11-13 dicembre 2018 (1019, 250, 524, 434, 562 pg/m3)”.
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