APRILIA – E’ passato un anno da quando un maxi incendio distrusse il sito della Loas Italia. Un rogo devastante per la città e la comunità, che il 9 agosto 2020 si ritrovò a vivere un vero e proprio disastro. Era una domenica calda e assolata, tantissimi residenti stavano rientrando dal mare quando poco prima dell’ora di cena videro una densa colonna di fumo nero levarsi verso il cielo: a bruciare erano tonnellate di rifiuti dell’impianto di stoccaggio di via della Cooperazione, dove essenzialmente si trovavano imballaggi in plastica. Che non si trattasse di un incendio normale apparve chiaro fin da subito, ma forse nessuno sospettava livelli di inquinamento superiori agli incendi dell’impianto Tmb Salario a Roma e di Eco-X a Pomezia. Livelli di diossine altissimi che vennero subito accertati dai rilievi dell’Arpa Lazio, obbligando il Comune di Aprilia ad emettere un’ordinanza per vietare la raccolta di frutta e ortaggi nel perimetro circostante all’incendio, nonché ad obbligare i residenti della zona ad evitare di aprire le finestre delle abitazioni. Misure che rimasero in vigore per due settimane. E imponenti furono anche le operazioni di spegnimento, che videro impegnati i vigili del fuoco per oltre una settimana.

Insomma, un quadro nefasto per quello che a ragion veduta può essere definito un disastro. Sul rogo è stata aperta un’inchiesta che vede indagati l’amministratore delegato e i due soci della Loas per sei reati, tra i quali il più significativo riguarda l’incendio colposo. La Procura ritiene che il maxi incendio sia stato appiccato volontariamente da persone al momento ignote, ma che i tre indagati debbano comunque rispondere a titolo di colpa per la mancata presentazione della Scia antincendio e che nel momento in cui è divampato il rogo nell’azienda fossero presenti più rifiuti di quelli per la quale la società Loas era autorizzata. Una tesi che viene contestata totalmente dagli indagati, che hanno presentato una mastodontica documentazione come memoria difensiva per smontare tutte le accuse.

In questo contesto c’è poi da comprendere come e quando verrà eseguita la bonifica delle tonnellate di rifiuti andate a fuoco nel deposito di via della Cooperazione. A distanza di un anno quei rifiuti anneriti dal fumo sono ancora lì, seppur coperti da un telo, ma nulla ancora sembra essersi ancora mosso per le operazioni di rimozione e di smaltimento di quei materiali. Un problema di non poco conto, che preoccupa la cittadinanza di Aprilia che spera di non dover aggiungere anche la Loas alla lunga lista di depositi di rifiuti e di ex discariche in attesa da decenni di una bonifica.


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