Solo l’amore mi tiene in quota. Alessandro Mammucari
Sabato 7 dicembre 2019 (ore 15,30), in ricordo Alessandro Mammucari, a Latina sarà intitolata una rotatoria stradale. Molti si chiederanno chi è questa persona che molti non conoscono, ma che ha avuto molti amici che non lo hanno mai dimenticato. Alessandro è stato un giovane scomparso, a 33 anni, il 2 novembre 1990, oggi sepolto a Loppiano (Firenze); era nato a Latina il 29 marzo 1957 in una famiglia serena ed equilibrata, dove ha respirato una gioiosa atmosfera di tranquillità e di affetto da parte dei genitori (papà Tito e mamma Cesira Siddi) e della sorella Annalisa.
Fin da bambino è stato educato a rispettare, a collaborare e ad amare il prossimo con grande generosità d’animo. Aveva un carattere riservato, sempre disponibile verso gli altri con parole, gesti e aiuti concreti. Generoso, paziente e determinato riusciva a costruire rapporti positivi con tutti. Ha frequentato la scuola, prima presso le suore del Preziosissimo Sangue e poi nel Borgo Faiti; crescendo mostrò subito una particolare sensibilità e slancio verso gli altri, verso i suoi compagni. Nel proseguire gli studi, durante il Liceo scientifico “G.B. Grassi”, assunse atteggiamenti “controcorrente” e una spiccata attenzione verso la sua città, Latina, per la quale ha scritto: «Nell’anima c’è la certezza e la gioia di un disegno che va dimenticandosi per questa città, per questa gioventù». Chi di noi non ricorda quella fotografia che lo ritrae con la chitarra in mano mentre sfilava in un corteo con uno striscione con scritto “Latina”? La sua inquietudine, fin dall’adolescenza, lo indusse a porsi degli interrogativi sul suo futuro, sulla città che vedeva crescere «bella, moderna, con strade larghe, belle piazze, giardini fioriti e palazzi grandi», come scrisse in un suo componimento all’età di nove anni. La sua formazione giovanile avvenne nel periodo della contestazione studentesca quanto i “rossi” si contrapponevano ai “neri”; é in questa contrapposizione che Alessandro scoprì le problematiche dell’emarginazione degli ultimi e avvertì la necessità di essere concreto nell’azione quotidiana aiutando chi era nel bisogno e nell’indigenza. La sua vocazione laicale si manifestò e la espresse in famiglia, a scuola, in città e soprattutto in parrocchia fra i giovani del Movimento dei Focolari.
In questo breve profilo sono da ricordare gli ultimi anni della vita di Alessandro che nel frattempo, iscritto all’università alla facoltà di Matematica, si laureò dimostrando notevole capacità e competenze matematiche. Nel 1983 partì per Loppiano, la cittadella del Movimento dei Focolari, in provincia di Firenze, nella quale visse gli ultimi anni di vita, fino alla fine della sua breve esistenza. Nel 1985 comparvero improvvisamente i primi sintomi della terribile malattia (sclerosi laterale amiotrofica) che non lascia alcuna speranza di guarigione; malattia che Alessandro visse con grande serenità d’animo trasformando la sofferenza in una pace intima. Nel suo Diario scrisse: «vengo qui a Loppiano, ho incominciato a stendere, volontariamente come Lui, le mie mani sulla Croce». I dolori fisici che Alessandro avvertiva nel corpo erano considerati momenti di avanzamento verso il regno di Dio.
Le parole chiave della breve vita di Alessandro Mammucari, che scaturiscono dal suo Diario sono: Amore per tutti, vicini e lontani. Scrisse nel suo Diario (12 febbraio 1984): «ho sentito dentro una voce: ( la tua?) Ama!». Aggiunse poi con coraggio e con una straordinaria lucidità mentale il 25 marzo 1984, «Se amo, sperimento la gioia, altrimenti cado nella tristezza e nel grigiore». «Nulla può staccarmi dal Tuo amore. Nulla può dividermi da Te, perché non c’è vuoto che il Tuo amore non riempia» (5 aprile 1984). «L’importante è avere nel cuore la gioia d’essere amati da Te. Tutto il resto donarlo a Te» (21 maggio 1984). Alessandro ha gradualmente scoperto la libertà d’amare, di abbandonarsi a Gesù Abbandonato perché Lui è energia che dà sicurezza, serenità, gioia, felicità, sorriso, entusiasmo; donarsi gratuitamente offrendo la sua sofferenza la sua vita a Gesù Abbandonato che, per Alessandro, era un amico con cui colloquiare, confidarsi, «per consumare con Lui tutto ciò che è amore»; vocazione alla santità da portare fino in fondo; eternità, parola che dalle intense e profonde idee espresse nel Diario traspare come dimensione ultraterrena. La spiritualità profonda di Alessandro può essere colta in alcuni brani del suo Diario, degno di essere letto, conosciuto e approfondito. Eccone alcuni, fra i tanti, «Voglio dirTi solo grazie del tuo amore. Oggi con quel dolore così intenso, con quel vuoto così profondo, con quel rimprovero così cocente mi hai detto: Solo Io valgo. Ti voglio tutto per Me, solo per Me. Ed io Ti ho detto grazie, perché continui la Tua opera per rapirmi al cielo. Il tuo amore mi avvolge». Alessandro è una persona di straordinaria attualità perché la sua vita è stata imperniata su un’idea di cristianesimo ispirato all’ideale di una vita al servizio degli altri, del prossimo. Una esistenza caratterizzata dal dono di sé, dall’amore per l’altro. Una etichetta legata a un libro scritto su Alessandro recita: «La “divina avventura” di un giovane di Latina che ha fatto della sua breve esistenza un gioioso e solenne inno alla vita». Alessandro può essere un modello di riferimento per i giovani per la sua limpida e appassionata testimonianza cristiana, per la profonda interiorità del suo essere e del suo agire, per la radicale purità della sua anima, tutta penetrata da alti valori etici della famiglia, del lavoro e della cultura; Alessandro può essere assunto come modello di “santità” laica per le presenti e future generazioni di giovani .
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