LIVORNO – Circa 40 anni, italiano, padre di tre figli, in carcere alle Sughere a Livorno da un mese in attesa di giudizio, ha tentato il suicidio nella notte tra il primo e il due luglio. Le sue condizioni sono adesso disperate, l’uomo infatti è ricoverato all’ospedale di Livorno in coma. Si tratta dell’ennesimo grave evento che si verifica all’interno delle carceri italiane, dall’inizio del 2024 ad oggi in tutta Italia, sono stati 49 i detenuti a togliersi la vita. Sovraffollamento, carenze strutturali, mancanza di di spazi ricreativi e poca sorveglianza, sono le criticità più volte messe in luce dai servizi sociali. Questo l’intervento del Garante dei detenuti del Comune di Livorno Marco Solimano: “Silenzio e indifferenza generale. Circa tre mesi addietro il Presidente della Repubblica lanciò l’allarme sovraffollamento e suicidi nelle carceri italiane, allarme recentemente rilanciato dalla Corte Europea di Giustizia. Ma niente è accaduto. Una assenza fragorosa del governo e della politica che i Garanti, le Camere Penali, tantissime associazioni di volontariato e del terzo settore da tempo denunciano, mentre sono oramai inderogabili interventi urgenti che possano interrompere questa drammatica catena di morte, questa strage silenziosa. E intanto nelle carceri, nella solitudine e nel buio si continua a morire, tristemente, disperatamente, silenziosamente. Il suicidio è un progetto misterioso, drammatico, personalissimo ma certamente lo stato di degrado e fatiscenza degli istituti di pena del nostro Paese, che privano di dignità e decoro le persone recluse, rappresenta una concausa importante”.
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