Ilaria Molinari, di Latina, una delle più forti apneiste italiane e al mondo, regina degli abissi in fatto di stile, dentro e fuori dall’acqua. Un grande personaggio che ha interessato i media importanti. Lo è davvero Ilaria, notissima atleta e apneista della nazionale italiana (azzurra più volte, tanti campionati vinti, record di profondità), due volte mamma e interprete-traduttrice nella vita di tutti i giorni, con perfetta conoscenza di russo e inglese. Da qualche mese ha deciso di interrompere l’attività agonistica.
Eccezionali le performance ottenute dalla campionessa di Latina in molti anni di carriera, allieva di Umberto Pellizzari che in Sardegna l’ha convinta ad abbandonare le immersioni con le bombole e dedicarsi all’apnea. La Molinari che ha girato il mondo con passione si è segnalata per il record di profondità in assetto costante con la monopinna che apparteneva a Rossana Maiorca. La sua famiglia l’ha sempre incoraggiata verso gli sport acquatici, essendo la mamma una biologa marina e il papà presidente di un club di nuoto.
Molto apprezzata la presenza all’inaugurazione della piscina più profonda del mondo, Y-40, che ha aperto i battenti a Montegrotto Terme: 42 metri di acqua termale a 32-34° con grotte, tunnel e passaggi. Ilaria ha svolto attività di volontariato in favore del malati di Sla, è sempre al centro di iniziative benefiche e umanitarie, crede fortemente nella difesa dell’ambiente.
Le domande sono interessanti.
Sirena si nasce o sirena si diventa?
«Si nasce, ovviamente. I movimenti e la coda o li hai o non li hai. Scherzo, non è assolutamente vero! Ovviamente c’è chi è più portato di natura, ma con un po’ di buona volontà si può imparare tutto. Si parte dal nuoto pinnato o anche direttamente da un corso di apnea con la monopinna [una pinna unica in cui si infilano entrambi i piedi, poi si mette la coda e via».
Qual è il segreto per muoversi in acqua con tanta grazia?
«Quando entro in acqua cerco di fondermi con essa, di dimenticare che sono io e diventare acqua. Per me è molto più naturale muoversi in acqua che in aria. Se mi chiedeste di ballare per esempio sarei imbarazzata… Invece in un’acqua viva come quella del mare o quella termale di Y-40 mi lascio andare e trovo la dimensione naturale per esprimermi nel movimento».
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