Nicola Rao (Latina, 30 ottobre 1962) è un giornalista e saggista italiano.
Giornalista professionista dal 1989, dal 1987 ha lavorato a Roma per l’agenzia di stampa Adnkronos, inizialmente come cronista giudiziario, seguendo quotidianamente l’attività del CSM, del Ministero della giustizia, nonché le grandi inchieste su terrorismo in Italia e su Cosa nostra..
Nel 1988 intervista, in esclusiva Adnkronos per il settimanale Epoca, Mario Tuti (all’epoca detenuto nel supercarcere di Voghera) che, per la prima volta si racconta ed annuncia di voler chiudere con la lotta armata. Nello stesso anno pubblica le dichiarazioni dell’ex parlamentare del PCI Sergio Flamigni (autore di numerosi libri sul caso Moro), il quale gli rivela di aver saputo da due brigatisti detenuti (Lauro Azzolini e Franco Bonisoli), che in realtà i carcerieri di Moro erano quattro (e non tre, come si pensava) e che l'”ingegner Altobelli” non fosse Mario Moretti, ma un altro terrorista ancora sconosciuto. Rivelazioni confermate anni dopo dalle confessioni di Adriana Faranda, che indicherà in Germano Maccari il ‘quarto uomo’ della ‘prigione’ di via Montalcini. Nel 1993, intervista il PM Antonio Marini, che per la prima volta conferma la veridicità delle accuse della Faranda.
Il 15 maggio 1991, a dieci anni dall’attentato a Giovanni Paolo II, firma per l’Adnkronos un’intervista sulla pista bulgara, realizzata in carcere ad Ali Ağca, pubblicata il giorno dopo in prima pagina dal Corriere della Sera.
Sempre per le edizioni Adnkronos, tra la fine degli anni ottanta e i primi 90 contribuisce alla stesura di speciali quaderni sul terrorismo italiano e internazionale, firmando un reportage sul terrorismo indipendista corso e un’intervista a più voci con alcuni capi delle BR ancora detenuti, tra i quali Prospero Gallinari e Bruno Seghetti.
Nel dicembre 1993 è stato il primo giornalista in Italia a scrivere che dietro le stragi del biennio 1992-1993 ci fosse la mano di Cosa Nostra, che voleva costringere lo Stato a non rinnovare il 41 bis per i detenuti di mafia. Per questi lanci, firmati sempre per l’Adnkronos, nell’agosto 2012 è stato ascoltato dal pool antimafia della procura di Palermo, che indagava sulla trattativa Stato-mafia, come persona informata sui fatti. Il 12 novembre 2015, sempre sui medesimi lanci di agenzia, è stato ascoltato nel processo di primo grado sulla trattativa Stato-mafia, presso l’aula bunker di Palermo.
Dal 1996 ha lavorato, sempre per Adnkronos, come giornalista parlamentare, seguendo quotidianamente le attività politiche ed istituzionali di governi e partiti, fino al 2003.
In Rai:
Entrato in Rai, dal 2003 al 2010 ha lavorato al TG2 sempre come giornalista parlamentare, prima come caposervizio e poi come vicecaporedattore della redazione politica.
Nel febbraio 2008 ha firmato un documentario per TG2 Dossier, a 30 anni dal caso Moro dal titolo 1978. L’inverno più lungo.
Dal 1º febbraio 2010 al 30 settembre 2017 ha ricoperto l’incarico di responsabile della redazione del TGR Lazio, con le funzioni di caporedattore centrale.
È stato vicedirettore della Testata giornalistica regionale dal 1º ottobre 2017 al 26 dicembre 2021.
È stato vicedirettore del TG1 dal 27 dicembre 2021 al 19 dicembre 2022.
Direttore del TG2 dal 19 dicembre 2022 al 31 maggio 2023.
Dal 31 maggio 2023 è direttore della Comunicazione della Rai.
Componente del consiglio direttivo dell’Associazione Stampa Parlamentare nel 2003, è stato rieletto alla stessa carica nel 2006 e nel 2009.
Per anni ha condotto ricerche sui fenomeni di terrorismo nazionale ed internazionale, pubblicando libri con le case editrici Mursia, Sperling & Kupfer e Piemme , trattando sia il terrorismo nero sia il terrorismo rosso.
Dal febbraio 2019 è anche consigliere d’amministrazione della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
La sua ultima fatica letteraria Il tempo delle chiavi. L’omicidio Ramelli e la stagione dell’intolleranza (Edizioni Piemme 2024).
In Italia l’intolleranza, la violenza politica e il terrorismo hanno caratterizzato tutti gli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Dalla strage di piazza Fontana allo smantellamento delle organizzazioni armate di sinistra e di destra sono trascorsi ben 13 anni. 13 anni di stragi, omicidi, ferimenti, mutilazioni, attentati dinamitardi, scontri, devastazioni. 13 anni di violenze fisiche e psicologiche, pubbliche e private. A Milano, nel 1975, in una città plumbea avvolta in una morsa di estremismo, Sergio Ramelli – uno studente di destra di diciotto anni – viene aggredito a colpi di chiavi inglesi da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare, morendo dopo 47 giorni di agonia. Un agguato in piena regola finito in tragedia. Con uno stile cinematografico che ricorda i film di Elio Petri, Nicola Rao ricostruisce i giorni, le settimane, i mesi, gli anni degli scontri, delle manifestazioni, della guerra di strada, delle spedizioni punitive nella città meneghina; delle centinaia di aggressioni con chiavi inglesi, organizzate da gruppi dell’ultrasinistra; dei feriti, dei morti e dei processi a seguito dei fatti di sangue; moltissimi documenti archiviati e rinvenuti per la prima volta, testimonianze inedite, di ieri e di oggi, di protagonisti più o meno conosciuti, di chi c’era e ricorda. “Il tempo delle chiavi” è un libro coraggioso che, a distanza di ormai cinquant’anni, indaga e denuncia non solo i colpevoli e i conniventi, ma il grande processo di rimozione che buona parte della società italiana attuò consapevolmente o inconsapevolmente.
“Il tempo delle chiavi” di Nicola Rao è un libro che affronta un periodo oscuro e violento della storia italiana, caratterizzato da intolleranza, violenza politica e terrorismo. Gli anni Settanta e i primi anni Ottanta furono segnati da stragi, omicidi, attentati e scontri tra gruppi estremisti di destra e di sinistra. La tragica vicenda di Sergio Ramelli, uno studente di destra aggredito e ucciso nel 1975, è uno degli episodi emblematici di quel periodo.
Rao ricostruisce con uno stile cinematografico gli eventi di quegli anni, basandosi su documenti archiviati e testimonianze inedite. Il libro non solo denuncia i colpevoli e i conniventi, ma anche il processo di rimozione che parte della società italiana ha attuato riguardo a quei fatti.
La tragica vicenda di Sergio Ramelli, avvenuta quasi cinquant’anni fa, rimane uno degli episodi più significativi e dolorosi del periodo degli anni di piombo in Italia. Ramelli, un giovane studente perseguitato e ucciso per le sue idee politiche, rappresenta un esempio estremo della violenza e del fanatismo che hanno caratterizzato quegli anni.
Ricordare eventi come questo è fondamentale per comprendere il passato e per evitare che simili atrocità si ripetano. È importante educare le nuove generazioni sulla storia recente del nostro Paese, affinché possano sviluppare una coscienza critica e un impegno verso la pace e la tolleranza.
Rao mette in luce la necessità di raccontare e ricordare questi eventi per onorare le vittime e per promuovere una società più giusta e consapevole.
Il libro “Il tempo delle chiavi” di Nicola Rao non si limita a trattare l’omicidio di Sergio Ramelli, ma esplora anche il contesto di violenza diffusa tra il 1972 e il 1976, durante il quale molte persone furono aggredite con chiavi inglesi, riportando gravi conseguenze fisiche. Il tragico caso di Ramelli è emblematico di una vera e propria guerra di strada che spesso è stata trascurata nei resoconti storici, nonostante le numerose vittime e feriti.
Questo periodo buio è stato caratterizzato da scontri violenti non solo per le strade, ma anche all’interno delle scuole e delle università, come dimostra l’episodio al liceo Parini con Sergio Spagnolo. Questa guerra strisciante, meno conosciuta rispetto ad altri eventi tragici come il caso Moro, merita di essere ricordata per comprendere appieno la portata della violenza politica in quegli anni.
Se ti interessa approfondire questo argomento, ti consiglio di leggere il libro per avere una visione più completa e dettagliata di quel periodo storico.
Alessandra Trotta
(Giornalista e scrittrice)
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