LATINA – Una lettera del Campus Internazionale di Musica, di fronte ai due concerti di Capodanno organizzati uno al Moderno e uno al D’Annunzio. A firmare è la professoressa Elisa Cerocchi e il messaggio è chiaro: il Campus è stato escluso dal Capodanno 2023.
“La contemporanea programmazione di due Concerti di Capodanno a Latina chiama in causa il Campus Internazionale di Musica che dal 1988 fino al 2018 lo ha realizzato senza soluzione di continuità – si legge nella lettera della presidente Elisa Cerocchi – Diretto da grandi direttori e affidato ad orchestre di rilevanza nazionale, il Concerto di Capodanno di Latina è stato sempre seguito da un pubblico numeroso, diventando nel tempo non solo un gradito e atteso appuntamento musicale, ma momento di condivisione per la città che si ritrovava con i suoi rappresentanti istituzionali, con le imprese del territorio che lo sostenevano, brindando a un nuovo anno auspicabilmente migliore.
Per questa ragione a fine settembre, all’annuncio della riapertura del Teatro D’annunzio, il Campus ha pensato di poter riprendere il filo di quella tradizione e programmare la trentaduesima edizione. Ha scritto al Comune per avere la nuova planimetria del palcoscenico e il 5 ottobre scorso ha chiesto un incontro organizzativo al Commissario Valente. Ha tempestivamente avviato un’interlocuzione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e altre autorevoli istituzioni musicali per definire un concerto orchestrale con un repertorio adatto all’evento e alle attese del pubblico.
Il 9 novembre scorso, non ricevendo riscontro, il Campus ha rinnovato la richiesta di un incontro. Il Concerto di Capodanno è un evento impegnativo, come ricorderanno gli amici di Federlazio che per anni lo hanno sostenuto, ha bisogno di un’organizzazione tempestiva sia dal punto di vista musicale che finanziario. Il trascorrere delle settimane senza una risposta purtroppo ha compromesso gli accordi avviati così, quando il 22 novembre l’Ufficio Cultura del Comune ci ha chiamati, nessuna delle orchestre contattate era più in grado di garantire l’organico e il repertorio che tradizionalmente offrivamo alla città il primo dell’anno.
Qualche giorno fa abbiamo appreso che i Giovani Filarmonici Pontini avrebbero realizzato il loro Concerto di Capodanno con fini benefici al Moderno. Ci siamo rallegrati con l’instancabile animatrice Stefania Cimino, abbiamo dato il nostro supporto anche da un punto di vista informativo e abbiamo anticipato la volontà di coinvolgere l’orchestra nella programmazione concertistica 2023.
Solo qualche giorno dopo abbiamo appreso con sorpresa di un secondo Concerto di Capodanno, che si svolgerà in contemporanea al D’Annunzio. Ciò testimonia certo una vivacità della città, ma come può accadere che le istituzioni musicali cittadine, che hanno fatto sforzi enormi per sopravvivere alla pandemia e ai suoi postumi, che garantiscono tutto l’anno un’offerta culturale e collaborazioni autorevoli a livello internazionale e si sono messe subito a disposizione, oggi siano fuori dal principale teatro cittadino?
Forse dovremmo chiederci, al compimento dei novant’anni, come ci immaginiamo: una città platea o una città protagonista?”
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