Il soffio del vento: La vecchiaia

120

Non essere più ascoltati questa è la cosa terribile quando si diventa vecchi.  (Albert Camus)

 La vecchiaia è considerata l’età avanzata della vita che succede alla maturità e spesso determina nel corpo e nella mente di ogni essere umano l’indebolimento e il decadimento progressivo delle funzioni organiche e vitali.

La capacità di ascoltare attentamente con lungimiranza, durante l’intero percorso della vita, il soffio del vento  conduce ogni uomo e donna a ritenere che la vecchiaia è un evento ultimo dell’esistenza, geneticamente annunciato a cui occorre prepararsi in maniera adeguata e accettarne, come un compito etico, con serenità e saggezza, la situazione da ritenersi, per molti versi, di fortuna e di privilegio.

Tra le età dell’uomo la vecchiaia, il periodo più critico dell’esistenza umana, è la sola che non ha una fase successiva, può solo prolungarsi e portare alla conclusione della vita stessa. Purtroppo per alcune persone la vecchiaia non è una stagione facile dell’esistenza perché spesso è caratterizzata dalla solitudine, dall’abbandono e dall’emarginazione.

La cultura e la società odierna tendono a porre le persone anziane ai margini escludendole dal tessuto comunitario soprattutto perché non più produttive, efficienti, autonome e hanno bisogno di aiuto e di sostegno,  di cure e di assistenza medico-sociale  per continuare a vivere in maniera dignitosa.

Gli anziani sono persone ricche di valori, hanno bisogno «non solo di pane e medicine, ma anche e soprattutto di affetto»; non sono un peso ma esseri umani da accogliere con rispetto e affetto, riconoscendone il valore e l’autorevolezza e non escludendoli o emarginandoli.

Illuminanti possono essere le parole del sapiente autore biblico, Siracide, che afferma: «Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde il senno e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno del vigore».

Gli anziani, i vecchi, nonostante il progressivo declino e abbandono delle forze, hanno un prezioso potenziale di saggezza perché hanno carisma e sono persone competenti ed esperte su ciò che è effimero, accessorio e passeggero e su ciò che invece è importante e conta veramente. Grazie alle loro molteplici esperienze vissute negli anni, i vecchi possono arricchire le loro famiglie e la comunità con saggi consigli, offrendo orizzonti valoriali basati sul senso della dignità e libertà di ogni essere umano e sulla solidarietà concreta nella prospettiva del bene comune. La preziosa missione dei vecchi consiste nell’essere testimoni del passato e ispiratori di saggezza per i giovani e per l’avvenire.

Il soffio del vento riporta con lucidità nella mia memoria il triste periodo della vecchiaia di mio padre, quando non riconosceva più me, mio fratello e mia madre, oppure i suoi nipoti, quando non era più in grado di essere autonomo,  come vestirsi o “farsi la barba” da solo.

Emozionanti ricordi sono anche le care figure dei nonni materni, in particolare di nonna Violanda sempre pronta ad accogliere, davanti al focolare con la padella delle caldarroste,  i numerosi nipoti con dolcezza, calore e sorriso.

Questi ricordi mi hanno spinto, ora che anch’io ho raggiunto fortunatamente il traguardo della vecchiaia, a pensare e a riflettere che  la vita al suo declino è una impresa formidabile. La vecchia è per me un nastro che riavvolgo lentamente nelle ore in cui mi sento “ripiegato”.

Perché la mia vecchiaia, possa essere vissuta nella articolata gamma delle sue sfumature, sto cercando con accortezza e prudenza di prevenirne gli aspetti più critici, soprattutto per quanto riguarda le possibilità di movimento autonomo e di parola e di mantenerne alta e accettabile la qualità della vita quotidiana.

In questo ultimo periodo della vita, il soffio del vento, con la sua melanconica voce, apre scenari di profonda riflessione e meditazione che pongono in maniera sempre più pressante le radicali domande di senso: Che significato ha avuto la vita? Qual sarà il mio destino? Che cosa c’è dopo la morte?  Che ne sarà di noi dopo la morte?

Interrogativi pressanti, forse per alcuni versi anche angoscianti, che nel loro profondo mistero della vita non trovano spesso risposte soddisfacenti,  adeguate e appaganti se non sostenute da una fede nell’aldilà, come ricorda lo scrittore austriaco, Joseph Roth, nel racconto Lo specchio cieco: «Sopra di noi il cielo è grande e stellato, troppo alto per essere benevolo, troppo bello per non contenere un Dio. Le piccolezze vicine e la lontana eternità hanno un nesso, e noi non sappiamo quale».

 

 


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.