L’uomo non è stato fatto per vivere solo, ma per essere in società con i suoi simili. È per questo che gli è stata data la parola, al fine di comunicare i propri pensieri agli altri. Montesquieu
Il semiologo e teorico della comunicazione, Umberto Eco, sosteneva che «la comunicazione è un commercio di segni che si uniscono per comporre un significato e trasmettere un messaggio» tra gli individui di una comunità.
Comunicare significa trasmettere ad altri informazioni e conoscenze, sensazioni e impressioni, emozioni e sentimenti, stati d’animo e visioni della vita attraverso le parole ma anche tramite lo sguardo, i gesti, le posture, i toni di voce, il sorriso, le lacrime, il silenzio e gli strumenti tecnologici moderni. La comunicazione, come relazione complessa di carattere mentale ed emozionale tra le persone, stabilisce interazione, partecipazione e comprensione tra gli esseri umani.
Il termine comunicazione ha storicamente assunto una notevole varietà di significati. Nel senso oggi generalmente accolto, esso riguarda l’insieme delle attività e delle tecniche finalizzate all’elaborazione, trasmissione, ricezione e conservazione di pensieri, simboli e messaggi. La comunicazione è, infatti, il passaggio di un messaggio da un emittente al destinatario lungo un canale (aria, fili elettrici o onde hertziane), sulla base di un codice comune.
Esiste una scienza della comunicazione, un complesso di discipline (linguistica, semiotica, semiologia, antropologia, sociologia dei media) che studiano il fenomeno della comunicazione in senso generale sotto il profilo linguistico, tecnologico e strutturale specialmente in relazione alle caratteristiche dei mezzi di comunicazione di massa (stampa, cinema, radio, televisione…) e degli strumenti informatici che diffondono, nell’odierna quotidianità, la comunicazione elettronica.
La parola e il silenzio, vie privilegiate della comunicazione umana, sono i segni più significativi della vita e della comunione degli uomini e sono due momenti essenziali del comunicare che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi. Ha scritto il papa emerito, Benedetto XVI, che «il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto».
Le parole non servono solo a trasmettere informazioni e idee ma creano relazioni, generano dialogo, favoriscono il confronto e nella comunicazione umana hanno bisogno del silenzio per essere accolte, assimilate e vissute.
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