I veri popoli barbari non sono quelli che non hanno mai conosciuto la grandezza, ma quelli che, avendola conosciuta in passato, non sono più in grado di riconoscerla.
Marcel Proust
Il significato della frase, riportata in esergo, dello scrittore francese Marcel Proust, vissuto nel secolo scorso, fa comprendere quanta strada abbia fatto il termine barbaro nel corso della storia dell’umanità. Barbari, infatti, era la parola con cui gli antichi greci indicavano gli stranieri, coloro che non parlavano greco e non erano di cultura greca. Quando i greci raggiunsero un alto livello politico e culturale i barbari furono ritenuti nemici della Grecia e della sua civiltà.
A partire dal V secolo d.C., barbari furono considerati quei popoli che vivevano oltre i confini dell’impero romano. Le popolazioni barbare erano considerate primitive e selvagge, violente e feroci, rozze e ignoranti, estranee alla civiltà del tempo perché culturalmente e socialmente inferiori. Dal punto di vista della storia dell’antica Roma sono ricordate, infatti, le irruzioni di popolazioni esterne, per lo più germaniche, nel territorio imperiale, come invasioni pericolose e distruttive
Il vocabolo barbaro, riferito ai popoli ritenuti incolti e incivili, è adoperato oggi con una sfumatura di spregio, analogo all’atteggiamento che i Greci e i Romani avevano verso le popolazioni straniere..
Dal termine barbaro deriva la parola barbarie che si riferisce all’assenza di regole, di etichetta, di civiltà e indica una condizione di estrema arretratezza e di degrado, d’inciviltà e d’incultura. Nel linguaggio comune e in quello politico-storiografico barbarie viene usato per designare una situazione di disumanità come la barbarie nazista in rapporto all’evento della shoah, dello sterminio del popolo ebraico durante il secondo conflitto mondiale.
In riferimento al linguaggio, barbaro ha dato vita al termine barbarismo che indica la parola o locuzione estranea allo spirito e alla forma della lingua assunta senza necessità e senza discernimento da parlate straniere. Spesso i forestierismi contrastano con le strutture grammaticali o con il sistema lessicale della lingua e talvolta offendono il senso dell’equilibrio, del bello e dello stile della lingua stessa. Per estensione il barbarismo anche nelle belle arti è ciò che è contrario alle regole e al buon gusto.
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