Il soffio del vento: Arte

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Credo che un vero amore per l’arte sia un dono, quanto il crearla; e può anche essere che entrambi scaturiscano dalla stessa sorgente mentale. (Bernard Berenson)

Nel corso della mia formazione umana e culturale mi sono sempre posto con curiosità le domande «Che cos’è una opera d’arte? Cosa rende “artistica” un’opera di pittura, scultura, architettura, letteratura, musica  e teatro?».

Ogni forma di opera artistica esprime il bello. La bellezza mi ha sempre attratto, incuriosito nelle diverse stagioni della mia esistenza. Lo scrittore americano Henry Miller e il pittore svizzero Alberto Giacometti hanno scritto: «L’arte non serve a nulla, tranne che a mostrare il senso della vita», e «l’arte non si deve nutrire di arte, ma di vita». Il vero compito dell’arte è quello di trasformare il dramma della vita in bellezza, e io ho cercato sempre lo stretto rapporto tra arte e vita.

L’arte in generale è definita come qualsiasi attività produttiva dell’uomo, disciplinata da un complesso di conoscenze tecniche specifiche e fondata tanto sulla esperienza quanto sull’abilità e sulla genialità personale di chi la esercita. L’arte è quella attività spirituale dell’uomo diretta a esprimere e a comunicare una qualsiasi realtà, situazione, stato d’animo, sensazione, emozione, sentimento in opere che hanno una validità estetica per mezzo di parole, immagini, forme, colori e suoni.

Nel corso della storia, l’arte, come attività creativa diretta a interpretare e a rappresentare, in varie forme e diversi mezzi, il mondo interiore ed  esteriore  dell’uomo, è stata utilizzata per dare forma non solo ai suoi pensieri, ma anche per raccontare l’inenarrabile, l’invisibile, il sacro, le passioni, le idee dei singoli individui e delle comunità.

L’arte, come patrimonio di immagini, forme, stili e simboli, ha contribuito a formare nel corso del tempo il modo di vivere e sentire e la nostra identità individuale e collettiva. Molti artisti in varie epoche storiche hanno fornito definizioni, riflessioni e spiegazioni dell’arte.

Per il pittore, architetto, scienziato Leonardo da Vinci «l’arte è perfino più bella della realtà, che con il tempo svanisce»; per lo scrittore, poeta e drammaturgo austriaco Rainer Maria Rilke «l’arte non risolve i problemi ma li rende più acuti»; per lo scrittore italiano Italo Calvino «L’arte deve sempre modellarsi sull’opera dello scultore che per creare deve appunto togliere materiale dal blocco informe di marmo che ha di fronte».

Alcuni artisti della prima metà del XX secolo erano convinti che l’arte fosse il fascino dell’esotico, l’idea della purezza primitiva, la ricerca dell’insolito e il recupero di una perduta infanzia dell’umanità; per la raffinata traduttrice e poetessa, nostra contemporanea, Patrizia Valduga, compagna del poeta e critico letterario Giovanni Raboni, «è impossibile fare arte senza i sogni, cioè senza usare anche la logica del sogno, che può coprire tutto lo spettro delle possibilità figurali di ogni arte».

Oltre allo studio della storia dell’arte a scuola, il mio avvicinamento all’arte è avvenuto grazie ad alcune impreviste circostanze favorevoli della vita. Ho avuto la fortuna di avere amici professori dell’Istituto d’Arte di Priverno con i quali ho esplorato  mensilmente, nei primi anni Sessanta, i tesori d’arte del territorio regionale (abbazia di Fossanova, Casamari, Trisulti, Tre Fontane ecc.).

Questa attitudine a conoscere, studiare e “gustare” le bellezze artistiche della mia regione si è ulteriormente rafforzata, grazie al “felice” e prolungato soggiorno a Firenze e soprattutto all’«amico del cuore» Franco Montanaro, con il quale ho avuto l‘opportunità di “godere” dei tesori d’arte e paesaggistici del capoluogo toscano e dell’intero territorio regionale (Fiesole, Arcetri, Siena, Pisa, Pistoia, Lucca). È stata una indimenticabile e stupenda stagione artisticamente, stimolante,  piena di fascino che la lasciato nella mia mente e  nel mio animo dolci ricordi.

Con le visite quindicinali alla Galleria degli Uffizi, a Palazzo Pitti, alla Galleria dell’Accademia, a Palazzo Strozzi,  a Le tombe medicee, ho avuto la gioia e la fortuna di ammirare capolavori universali come i quadri di Giotto (La Maestà di Ognissanti), Sandro Botticelli (La Venere e La Primavera), Leonardo da Vinci (L’Annunciazione),  il David e  I Prigioni  di Michelangelo Buonarroti.

Nel tempo, spinto continuamente dal piacere della scoperta della bellezza, ho coltivato questa passione per l’arte con le visite effettuate, in momenti diversi, ai musei più importanti del mondo: i Musei Vaticani, l’Accademia di Venezia, il Louvre di Parigi, il museo Pergamo di Berlino, L’Ermitage di San Pietroburgo, il MoMa di New Work, il Museo egizio di Torino.

Infine ho avuto l’opportunità di partecipare a viaggi e mostre di arte molto importanti come Le Ville del Palladio, I Castelli della Loira, le Chiese rupestri (il Cammino delle fate) della Cappadocia, le Moschee degli Omayyadi di Damasco e di Santa Sofia di Istanbul, gli Scavi di Pompei, i Sassi di Matera, le Chiese più note di Roma.

Attraverso l’arte e le varie forme di bellezza ho avuto modo di raffinare la mia sensibilità, il mio gusto estetico, il senso dell’eleganza e dello stile di vita: acquisizioni utili e necessarie per migliorare la qualità del vivere quotidiano.


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