Acqua
Chi attinge l’acqua contro voglia, riempie sempre il secchio di acqua sporca.La nuvola beve l’acqua salata del mare e piove acqua dolce.
Proverbi
Questi due proverbi (il primo africano e il secondo indiano) dicono quanto la saggezza popolare abbia tenuto in grande considerazione sempre e in ogni latitudine l’acqua, sostanza incolore, trasparente, inodore, insapore.
L’acqua, composto chimico costituito di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno (H20), è l’unica sostanza largamente diffusa in natura nei tre distinti stati di aggregazione: gassoso (vapore acqueo), liquido (sorgenti, corsi d’acqua, mari, pioggia, rugiada), solido (ghiaccio, neve). Queste particolarità dell’acqua furono comprese e messe bene in evidenza dal più antico filosofo greco, Talete, fondatore della scuola di Mileto, circa 2500 anni fa. Per questo primo filosofo della storia del pensiero occidentale, l’acqua venne considerata il «principio», da cui tutte le altre cose si sarebbero generate, avrebbero tratto origine. L’acqua, oggetto di attenzione, di studio, di ricerca da parte di altri pensatori, scienziati, poeti, scrittori, artisti, teologi, è stata considerata simbolo della vita e dimensione essenziale dell’esistenza degli esseri viventi.
Per gli scienziati l’acqua è il costituente principale di tutti gli organismi viventi. Senz’acqua non ci sarebbe la vita, poiché la vita dipende dall’acqua. Ogni organismo vivente è costituito, infatti, in massima parte d’acqua, che è un fattore chiave nel condizionamento climatico della Terra per l’esistenza dell’uomo e per lo sviluppo della civiltà.
Nel celeberrimo Cantico delle creature, diventato nel tempo una sorta di “manifesto” per i movimenti vicini alla spiritualità naturalistica ed ecologista, Francesco di Assisi, dopo aver lodato il Signore per tutte le creature: sole, luna, stelle, vento, fuoco, terra, con una espressione poetica molto elevata, considerava l’acqua sorella e scriveva: «Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta».
Il poeta Francesco Petrarca ha cantato con i suoi dolci versi le «chiare e fresche acque/ove le belle membra /pose colei che solo a me par donna».
Il papa Francesco ha recentemente affermato che, in molte zone del mondo, la mancanza d’acqua rende la vita poco dignitosa per molti uomini e donne, e che le drammatiche statistiche della sete sono un’immane vergogna dell’umanità del XXI secolo.
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