LATINA – “Nessuno escluso-abbi cura di me”, la tavola rotonda su disabilità ed evangelizzazione inclusiva, che si è svolta sabato 4 febbraio, dalle ore 9.30 alle 12:00 presso il Teatro Moderno di Latina, ha visto la partecipazione di ragazzi e docenti dell’Istituto San Benedetto. L’iniziativa è stata organizzata di concerto fra la Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e la Comunità salesiana di San Marco (Latina). Nel corso dei lavori è stato garantito il servizio d’ interpretariato italiano (Lis), grazie alla professoressa Mariangela Peduto.
Gli alunni del San Benedetto sì sono occupati dell’accoglienza e della registrazione dei presenti, coadiuvati dal docente Cipriano Ruggero. Hanno partecipato anche una delegazione della redazione del giornale d’Istituto, formata da alunni e professori, e altri docenti dell’Istituto.
Sul palco, impreziosito da composizioni floreali messe a disposizione dall’istituto San Benedetto, sono intervenuti il vescovo di Latina, Mariano Crociata, il parroco di San Marco, don Francesco Pampinella, suor Veronica Amata Donatello, Responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale delle Persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), e don Andrea Lupi, responsabile dell’Oratorio Don Bosco di Latina. Moderatore della tavola rotonda, don Fabrizio Cavone, direttore dell’Ufficio per l’Annuncio e la Catechesi della Diocesi di Latina.
Gli studenti del San Benedetto hanno ascoltato con grande attenzione i vari interventi. L’Istituto, da sempre sensibile alle tematiche dell’inclusione, svolge quotidianamente la propria missione educativa nell’ottica che il diverso non sia un problema ma una risorsa che, come affermato da suor Veronica, “porterà certamente il suo frutto”.
“L’educazione è una cosa di cuore: tutto il lavoro parte da qui e, se il cuore non c’è, il lavoro è difficile e l’esito è incerto. Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”
San Giovanni Bosco
“Dovremmo sensibilizzare la maggior parte delle persone sul tema del “diverso”. Aiutare i disabili ad entrare nella nostra comunità e cercare di diminuire gli atteggiamenti discriminatori contro chi viene dai più definito “disabile”. Le persone pensano che il diverso abbia solo problemi di carattere, fisici o di linguaggio. In realtà ognuno di noi è diverso dall’altro, perché ognuno ha la propria unicità.”
( Cit.Giulia Fabbian – alunna)
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