Titolo: Il principe di Roma
Regia: Edoardo Falcone
Soggetto: Edoardo Falcone, Marco Martani
Sceneggiatura: Edoardo Falcone, Paolo Costella
Musiche: Michele Braga
Produzione Paese: Italia, 2022
Cast: Marco Giallini, Giulia Bevilacqua, Sergio Rubini, Filippo Timi, Giuseppe Battiston, Denise Tantucci, Andrea Sartoretti, Liliana Bottone, Massimo De Lorenzo, Antonio Bannò, […]
Il principe di Roma è una commedia che ricalca film storici di successo, basta aver visto la trilogia del regista Luigi Magni, Nell’anno del Signore (1969), In nome del Papa Re (1977) e In nome del popolo sovrano (1990), e Il marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli Essa descrive le costumanze del ceto popolano della Roma del XIX secolo nelle sue varie sfaccettature sociali, in particolare gli intrighi della casta nobiliare legata al pontefice di turno, la quale disdegna e sfrutta i poveracci ridotti alla miseria sempre di più e si arricchisce alle loro spalle a dismisura. Una metafora, di conseguenza, in senso più lato degli usi e costumi della società moderna, È l’anno 1829, il papa Leone XIII è in fin di vita e Roma è piena de anime inquiete, che vagano pe’ le strade e se nascondono dentro i palazzi. Bartolomeo Proietti, detto sor Meo, (Marco Giallini) è un ricco arrogante e sgarbato che non si accontenta di tutte le ricchezze che possiede, come gli ripete la sua governante Teta (Giulia Bevilacqua). Il suo cognome Proietti, come lui stesso descrive, deriva dal latino proiectus che vuol dire gettato, in quanto ancora in fasce sua madre lo abbandonò in mezzo ad una strada di campagna. Da popolano tuttavia con il suo saper fare riesce a diventare ricco e, dal suo punto di vista, non c’è niente di male se vuole acquisire il titolo di “principe”. Per ottenere questo prestigioso titolo, che lo porrebbe alla pari della nobiltà papalina, gli è stata promessa come sposa dal principe Accoramboni (Sergo Rubini) la sua unica figlia, Domizia (Liliana Bottone), ma dietro una cospicua ricompensa in denaro. Il grande attaccamento al denaro di sor Meo si manifesta nel rifiuto in modo sprezzante di aiutare un suo ex amico, Eugenio (Andrea Sartoretti), che ha il figlio che sta a morì, mentre, invece, non lo evidenzia per acquisire il prestigioso e tanto bramato titolo nobiliare, per il quale si venderebbe anche l’anima. Nell’attesa di ricevere l’ingente somma in scudi, sor Meo si rende conto che, per dare seguito al contratto matrimoniale, lo stato delle cose risulta impervio, dal momento in cui l’amico, che gli doveva portare il denaro, viene ghigliottinato per un omicidio di gelosia. La situazione in cui si viene a trovare è molto inquietante in quanto ci sono in gioco il titolo nobiliare e il suo prestigio. Ciò lo porta a fare dei sogni strani che lo immettono, durante la notte tra chiese tetre e strade buie, dentro quei palazzi nobiliari dove incontra, ivi nascoste, un susseguirsi di anime inquiete. E questi incontri non sono di poco conto perché sono le anime di personaggi illustri di fama ingrata alla chiesa. Conosce il fantasma di Giordano Bruno (Filippo Timi), il poliedrico frate domenicano che per le sue idee filosofiche ritenute eretiche fu dalla Santa Inquisizione condannato al rogo a Campo dei fiori, vivo e con un guinzaglio alla bocca. Parla anche con il fantasma della gentile e amabile Beatrice Cenci (Denise Santucci), la bella pulzella che venne decapitata per avere organizzato l’uccisione del padre che la violentava spesso sessualmente. Colloquia anche con il fantasma di Alessandro VI (Giuseppe Battiston), il papa Borgia talmente spregiudicato e libertino che, a suo dire, perse il conto di quanti figli illegittimi aveva avuto. Anime inquiete, dunque, che con i loro discorsi portano il principe a riflettere sul suo modo di essere e di fare e, forse, lo inducono a mutare.
Il regista, come lui stesso sostiene, ha tratto non solo ispirazione dal film Nell’anno del Signore di Luigi Magni, che vide da bambino al cinema con la madre, ma anche dal romanzo fantastico Il Canto di Natale di Charles Dickens, immaginando che il vecchio e avaro Ebenezer Scrooge invece di Londra, fosse vissuto a Roma dandogli i vestiti di sor Meo. Tuttavia, si è distaccato da questo romanzo creando sia circostanze e personaggi del tutto autentici, sia facendo rimanere in vita i fantasmi lungo le fosche strade e i palazzi tenebrosi della città.
“Il principe di Roma” è stato presentato fuori concorso, nella sezione Grand Pubblic, alla Festa del Cinema di Roma 2022.
Filmografia
Se Dio vuole (2015), Questione di Karma (2017), Io sono Babbo Natale (2021).
Francesco Giuliano
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