«Deve augurarsi che la polizia lo trovi prima di me perché non risponderei delle mie azioni». Queste le parole, inequivocabili, pronunciate dal padre della 19enne violentata venerdì sera su una stradina sterrata ad Anzio.
Una rabbia quasi incontrollabile, soprattutto quando lo hanno chiamato dall’ospedale perché la figlia era stata ritrovata ma era sotto choc: vittima di violenza sessuale. Aveva le mani chiuse a pugno, il volto sconvolto, la mascella serrata, lo sguardo perso e quelle parole che si ripetevano sempre uguali.
«Meglio che lo trovi la polizia», continuava a ripetere, il volto sconvolto dalla rabbia.
A quanto si è appreso la giovane non doveva neanche uscire quel giorno, aveva da studiare. Poi la telefonata dell’amica e la prospettiva che lo studio avrebbe potuto aspettare il fine settimana.
Prima il giro al centro commerciale, quindi il ritorno, in bus, e la decisione di ‘tagliare’ per quella stradina, ormai buia, che in pochi minuti l’avrebbe riportata in viale Nerone.
Una zona per nulla tranquilla, tanto che le due amiche, nel salutarsi, si sono dette “vai, stiamo al telefono”. Quando qualcuno ha afferrato la giovane da dietro, trascinandola sull’erba, la comunicazione si è persa. Alla polizia non ha saputo raccontare altro se non che, ad un certo punto, la linea è caduta. Poi il silenzio. Finché gli agenti del commissariato di Anzio non la trovano. Lei riesce a raggiungere il ciglio della strada. «Mi hanno violentata» dirà tra le lacrime.
Del suo aggressore al momento non c’è traccia: il caso viene preso in mano dagli agenti della Squadra Mobile di Roma ma al momento non ci sono elementi sufficienti a identificare l’aggressore.

NB: nella foto la baracca all’interno della quale si è consumata la violenza


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