“…Poi entrò nel merito: gli ebrei di Roma erano doppiamente colpevoli,come gli italiani (me meno di due mesi dopo,un decreto germano-fascista,auspici Rahn,Mussolini e Pavolini,doveva disconoscere agli ebrei d’Italia la cittadinanza italiana; e allora Maggiore Kappler?),come italiani per il tradimento contro la Germania, e come ebrei perché appartenenti alla razza degli eterni nemici della Germania. Perciò il governo del Reich imponeva loro una taglia di 50 chilogrammi d’oro,da versarsi entro le ore 11 del successivo martedì 28. In caso di inadempienza,razzia e deportazione in Germania di 200 ebrei. Praticamente: poco più di un giorno e mezzo per trovare 50 chili d’oro…..Così la donna scarmigliata non ebbe difficoltà a radunare un gran numero di ebrei per avvertirli del pericolo. Ma nessuno volle crederci,tutti ne risero….<Credemi! scappate,vi dico!….Vi giuro che è la verità! Sulla testa dei miei figli….Ve ne pentirete’>….Taluno bacia le proprie creature: un bacio che cerca di nascondersi ai tedeschi,un ultimo bacio tra quelle vie,quelle case,quei luoghi che li hanno veduti nascere,sorridere per la prima volta alla vita…..” (Giacomo Debenedetti, 16 ottobre 1943). L’autore è stato mio professore alla Sapienza,succeduto a G.Ungaretti (Letteratura italiana moderna e contemporaneo), era ebreo, di una gentilezza e umiltà indicibili,magnifico docente, indimenticabile. Con tutto il rispetto, mi è rimasto nel cuore più di N.Sapegno (Letteratura Italiana). A tutt’oggi gli sono grato per i suoi insegnamenti, per l’esempio e la testimonianza della tragedia del nazismo di cui lui, a Roma, fu un fortunato sopravvissuto. Oggi lo ricordo unitamente a quanti allora furono vittime di quell’orrore. (gimaul)


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