Il grande libro del creato

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IL Grande Libro del Creato: Bibbia ed ecologia                      di Gianfranco Ravasi

Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non sa leggere.  Carlo Goldoni

La frase del drammaturgo veneziano Carlo Goldoni, riportata da Gianfranco Ravasi nell’introduzione dell’interessante volume Il grande libro del creato (San Paolo editore), è adeguata a proporre ai suoi numerosi lettori ed estimatori l’affascinante viaggio, in sette tappe, all’interno del creato, così come è rappresentato nelle pagine del testo sacro, del «grande codice» di riferimento della cultura occidentale: la Bibbia

L’autore, noto biblista e presidente del Pontificio consiglio della cultura, in questo itinerario esegetico-teologico, delinea una mappa che, in sette capitoli, orienta il lettore alla scoperta del creato, delle sue potenzialità, delle sue meraviglie e dei suoi tesori, iniziando dai racconti del libro della Genesi sulla creazione.

Il creato, come dono di Dio, segno di bellezza trascendente e simbolo che conduce al Creatore, è un nostro interlocutore comune perché destinato agli uomini e alle donne di tutti i tempi. E l’uomo ha ricevuto da Dio una dignità di «sovranità delegata» sul creato, un primato che spesso, con lo sfruttamento insensato ed egoistico dei beni, ha esercitato in maniera tirannica. Dio ha preso l’uomo e lo ha posto nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. L’uomo, che è una componente fondamentale del creato nella visione biblica, attraverso l’attività lavorativa e scientifica, ha il compito di investigare e tutelare le potenzialità della natura.

Nella prima tappa del lungo e articolato cammino, l’autore si sofferma sulla Creazione che squarcia il silenzio del nulla attraverso la parola creatrice di Dio, attraverso il lapidario versetto «In principio Dio creò il cielo e la terra». Tutta la Creazione delineata dalla Genesi, può essere riassunta nel possente imperativo «Sia la luce! E la luce fu». Il primo atto creativo di Dio dà origine alla luce che rifulge sulla Gerusalemme celeste.

Nella sua opera creatrice cosmica Dio, compiacendosi, vede che il mondo è affascinante perché è un cosmo ordinato. La Natura, con le sue meraviglie da contemplare, è bella, ed esalta la bontà e la funzionalità, l’utilità e la preziosità del creato nei confronti della sua finalità soprattutto riguardo all’uomo.

Nella seconda tappa Gianfranco Ravasi indugia sulla Luce, creatura primordiale che, insieme alla voce, squarcia il silenzio e la tenebra del nulla per far fiorire l’intero essere creato. È attraverso la luce, segno di vita, che si declina il ritmo del tempo quotidiano. La luce, che ci avvolge, ci specifica, ci riscalda e ci pervade, viene assunta come simbolo della Rivelazione di Dio e della sua presenza nella storia, espressione della trascendenza e immanenza di Dio.

La terza tappa riguarda l’Acqua, altra realtà primigenia, che costituisce il segno di vita fisica e spirituale ed è la sostanza principale del nostro corpo e degli altri esseri viventi. San Francesco nel Cantico delle creature celebra l’acqua, elemento prezioso, che «è molto utile et humile et preziosa et casta». L’acqua, al centro dell’esistenza fisica perché sorgente di vita, diventa un simbolo di valori assoluti e della vita, anche nella sua dimensione spirituale, e della stessa trascendenza; simbolo divino come emblema di Cristo, segno della vita nuova del credente.

L’autore, nella quarta tappa, s’intrattiene sui Monti, sulle cime sacre (mistiche e letterarie), sulle «sante montagne» che assumono profili diversi nella struttura geografica e storica della Bibbia. I monti sacri, nel Vecchio Testamento, sono simboli universali a livello culturale e teologico, e una sede privilegiata delle teofanie come il Moriah, il monte di Abramo, il Sinai, il monte di Israele, il Nebo, il monte di Mosé, il Sion, il monte di Davide, il Carmelo, il monte di Elia, mentre nel Nuovo Testamento i monti sacri di Gesù sono il monte delle Beatitudini, della Trasfigurazione, del Golgota e degli Ulivi.

Nelle quinta tappa il cardinale Ravasi si sofferma sul panorama verdeggiante della Vegetazione dell’affascinante giardino dell’Eden con il suo «alfabeto verde» cha ha inizio dalla A di “acacia” fino alla Z di “zizzania”. Il regno vegetale, costituito dalle piante, dai germogli, dalle erbe, dagli alberi da frutto, ha una importanza vitale per l’alimentazione e soprattutto ha un profondo valore simbolico con «l’albero della vita» e con «l’albero della conoscenza del bene e del male» (due alberi non registrati in botanica).

La sesta tappa riguarda il mondo degli Animali, il bestiario biblico, strettamente collegato con quello degli umani, con il suo «alfabeto zoologico» che inizia dalla A di “agnello” fino alla Z di “zanzara”. È nel quinto giorno della settimana simbolica della creazione che Dio ha dato il via al regno animale formato da bestiame, rettili e animali selvatici secondo la loro specie, perché senza il regno animale la terra sarebbe incompleta e imperfetta.

Nella settima e ultima tappa l’autore imbandisce una mensa con il cibo, componente fondamentale della vita, che è offerta all’umanità dalla natura; un menù biblico che ha inizio dall’A degli «azzimi» o dell’«aceto» e arriva fino alla U di «uovo».

Il cibo, costituito dal pane e dal vino, archetipi dell’alimentazione in tutte le culture, oltre ad essere un elemento capitale dell’esistenza, è anche un simbolo di comunione nella gioia e nel dolore. Nella Bibbia il pane, che ha uno straordinario valore simbolico, evoca molteplici significati spirituali che rimandano al cibo dell’anima, all’eucarestia che, come corpo di Cristo, si dona ai credenti.

Insieme al pane (di vita) viene offerto anche il vino, bevanda che allieta il cuore dell’uomo e diventa simbolo di gioia, amore, amicizia e festa. Pane e vino, nelle parole pronunciate da Gesù (Questo è il mio corpo… Questo è il mio sangue), acquistano un rilievo teologico perché sono espressioni di spiritualità e di fede.

Il grande libro del creato è un libro che raccoglie il grido di allarme lanciato da papa Francesco con l’enciclica Laudato sì sulla cura del mondo, della nostra casa comune. Un volume straordinario, incantevole nella sua saggia leggerezza, che vuole essere un contributo alla verità e alla conoscenza del mondo e dei problemi della nostra contemporaneità; un libro documentato, scritto con un’ampiezza di orizzonti che mostra, da parte dell’autore, una sicura padronanza degli argomenti trattati.

Un libro che tutti dovrebbero leggere per potere contribuire con consapevolezza  e senso di responsabilità alla realizzazione di un futuro e di una società migliore. Ogni lettore, ogni essere umano, infatti, può acquisire una maggiore coscienza, come ha scritto il filosofo inglese ambientalista Timothy Morton di «essere collegato a tutto il resto del pianeta e che è nostro compito prendercene cura».

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