Problemi economici in tutte le società di basket in questo periodo. La crisi attuale ha acuito per tutte le società le difficoltà che c’erano. I problemi sociali sono quelli che preoccupano vivamente essendo molti i club che hanno come focus i giovani le principali vittime di questa pandemia. Stiamo togliendo ai ragazzi un gioco che amano profondamente e si impegnano con piacere a giocarlo. D’altro canto noi baskettari incalliti ci scontriamo con la paura giustificata delle famiglie, terrorizzate dal Covid. Problemi di reclutamento non mancano: in un primo periodo ci saranno attività sportive che per loro caratteristiche di sport individuale avranno un vantaggio. E la palla a spicchi perderà sicuramente praticanti. Problemi logistici: ci sono incertezze per l’utilizzo delle strutture scolastiche per la paura dei dirigenti comunali o provinciali nel concedere l’utilizzo delle palestre dei loro plessi. Problemi di programmazione: quanti ragazzi avremo al rientro, quanti campionati prenderanno il via? Si giocherà molto più rapidamente e nel breve periodo. La FIP dovrebbe dare subito protocolli chiari in caso di rientro, fare in modo che l’anno possa terminare nel miglior modo possibile. La Federbasket potrebbe anche abbassare in via straordinaria le tasse gara (ci sarà un aumento delle spese per le trasferte) e dare la sicurezza di poter utilizzare le palestre scolastiche in accordo con gli enti locali. Il basket è ancora troppo lontano dal mondo scolastico italiano. La FIP vari un piano – atteso da tempo – per dare la possibilità alle società di entrare nelle scuole con progetti a lungo termine, creando circuiti con campionati minibasket interscolastici anche favorendo l’apertura di centri minibasket. Il sogno è creare un sistema scolastico sportivo all’americana o slavo.
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