Titolo:
Regia e soggetto: Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli
Fotografie (Vietnam 1965-66): Cecilia Mangini
Estratti dal soggetto originale “Le Vietnam sera libre”
Scritto da Lino Del Fra e Cecilia Mangini
Camera: Paolo Pisanelli
Produzione: Italia, colore e bn, 2020
Durata: circa 1h
Alla vigilia dell’8 marzo un omaggio a Cecilia Mangini, la prima documentarista italiana recentemente scomparsa, su RaI1, domenica 7 marzo,alle 23.40, Speciale TG1 proporrà in prima visione assoluta, il film documentario “Due scatole dimenticate – un viaggio in Vietnam” di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli. Prodotto da OfficinaVisioni in collaborazione con Rai Cinema racconta di una guerra, della memoria che svanisce, di una sfida contro il tempo che passa.
Due scatole da scarpe piene di negativi fotografici 6×6, dimenticate per più di cinquant’anni in un vecchio scaffale sono state inaspettatamente ritrovate. Nel 1965-66 i registi Lino Del Fra e Cecilia Mangini vissero per tre mesi nel Vietnam del Nord in guerra con gli USA, effettuando i sopralluoghi per un film documentario sulla lotta del popolo vietnamita deciso a conquistare l’unità e l’indipendenza. Dalla frontiera con la Cina fino al confine con il Sud, filo- statunitense e occupato militarmente dagli americani, Lino e Cecilia esplorarono le città, i porti, i paesi, le risaie, i fronti di guerra. Nel tentativo di piegare la resistenza, al Sud gli americani incendiavano le foreste con il napalm e al Nord iniziarono a fare terra bruciata con i bombardamenti a tappeto, di giorno in giorno sempre più vicini alla capitale. Per l’assenza di rifugi antiaerei veri e propri, i due registi furono rimpatriati insieme alle tante delegazioni internazionali e a tutti gli stranieri presenti ad Hanoi. Quelle bombe americane colpirono anche il loro film, che non venne più realizzato … Durante tutti i sopralluoghi Cecilia Mangini realizzò un grande reportage fotografico, in gran parte ancora inedito. Dopo oltre cinquant’anni la scoperta delle due scatole dimenticate si rivela l’occasione per raccontare quel viaggio in un film che recupera lentamente un filo di memoria assemblando parole e immagini dimenticate da tanto tempo. Quella guerra, quella resistenza, quel popolo in armi rivive attraverso foto, scritti, ricordi e vuoti di memoria.
Cecilia Mangini è nata a Mola di Bari nel 1927 ed è scomparsa a Roma lo scorso 21 gennaio. Documentarista e fotografa, fin dall’inizio del suo lavoro porta uno sguardo impegnato, attento e personale sull’individuo e la società, dedicando un’attenzione particolare ai temi della marginalità, dell’immigrazione e delle ingiustizie sociali.
Prima donna a girare documentari nel dopoguerra, sceneggiatrice di alcuni lungometraggi e di più di quaranta cortometraggi, in gran parte realizzati insieme al marito Lino Del Fra. La sua macchina da presa ha esplorato l’Italia dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, spesso volgendo lo sguardo al Sud Italia e alla Puglia, per cercare i rituali di una cultura antica che scompariva travolta dalle veloci trasformazioni imposte dal boom economico. Nel 2009 Cecilia ha ricevuto a Firenze la Medaglia del Presidente della Repubblica, “per aver trasmesso alle generazioni future, attraverso la sua attività di cineasta documentarista, alcune delle più belle immagini dell’Italia degli anni ‘50 e ‘60”.
Questo documentario viene trasmesso all’interno dello Speciale TG1 dopo aver partecipato a numerosi festival italiani e internazionali. È stato presentato in prima mondiale al festival di Rotterdam, nel 2020, e ha partecipato ai festival di Siviglia, di Pechino, al N.I.C.E. di New York e al Torino Film Festival, dove Cecilia Mangini ha ricevuto il premio Adriana Prolo alla carriera.
Francesco Giuliano
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