Il Cùnsolo

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Il Cùnsolo                                                                                  di Floriana Giancotti                                                                                                   Dei romanzi ci sarà sempre bisogno, per aiutarci a capire chi siamo.                                                                                   Ian McEwan

         In un libro, che raccoglie le opere scritturali di persone che scrivono romanzi, saggi, pièces teatrali, cronache sul nostro territorio, non poteva mancare la voce di Floriana Giancotti, attenta e sensibile osservatrice, nonché scrupolosa studiosa del territorio pontino, che nei suoi romanzi, a Dìje piacèente (Sovera edizioni) e Il Cùnsolo (Atlantide editore), racconta con bravura e sagacia narrativa la nostra terra.

Nel suo secondo romanzo, radicato nell’immediato passato del secondo Novecento, l’autrice narra, con viva partecipazione e con notevole capacità affabulatori, la storia di una famiglia perbene, borghese e tradizionale che. dopo la scomparsa del capofamiglia, si riunisce in occasione del pranzo di compianto funebre (il cùnsolo).

L’articolata narrazione, fluida e piacevole ha inizio con i ricordi, talvolta struggenti, dei vari membri della famiglia: il figlio Chicco, la voce narrante, con le varie amate compagne di vita, le sue tre sorelle (Lisa, Teresa e Agata), la madre Civitina, i nipoti e gli amici. Un memoir che offre con notevole lucidità un quadro psicologico, sociale, civile, politico e culturale di singole persone, di un gruppo familiare, di un paese, di una città sullo sfondo di una società, degli anni Sessanta e Settanta, in crescita, di un mondo caratterizzato da cambiamenti significativi, radicali nei costumi, nello stile di vita, nei comportamenti individuali e collettivi.

L’incipit è costituito da una movimentata riunione di famiglia, in casa della seconda sorella Teresa, dopo la morte del padre Gaetano (Nino) molto amato, durante la quale si scatenano e si aggrovigliano ricordi di vita, dove i protagonisti elaborano, con un marcato scavo memoriale e con l’affabulazione delle loro piccole storie personali e con un ginepraio di ragionamenti, il lutto familiare.

Tutti i personaggi sono ben tratteggiati nei loro profili esistenziali con le loro storie personali, fatte di virtù e vizi, di slanci e debolezze, di coraggio e di paura a cominciare da Chicco, l’io narrante, il protagonista,  il “bello di casa”, birichino e indisciplinato, un dissipatore dei risparmi familiari, cresciuto in un gineceo, protetto nelle sue rocambolesche azioni dalle sorelle complici.

Nello snodarsi della narrazione che conquista gradualmente il lettore,  Chicco è un giovane calciatore, uno studente impegnato nel movimento della contestazione e nei gruppi politici, un operaio che lavora per un anno alla Fiat a Torino. Vive in gioventù e in età matura forti passioni, tensioni, lacerazioni e contraddizioni con se stesso e di fronte agli altri; subisce una coinvolgente e profonda metamorfosi comportamentale, un cambiamento totale di mentalità, di cui non è contento perché appare confuso e infelice nell’inseguire il successo personale attraverso il denaro.

Altro personaggio maschile è Nino che, nei ricordi familiari, appare un padre dal carattere fanciullesco, che dispensa consigli, suggerimenti, incoraggiamenti, talvolta ironici, giudizi e sentenze, che non ama i fannulloni, i parolai e incita sempre i suoi figli a studiare, a essere seri nei comportamenti e responsabili nelle loro quotidiane azioni.

Nel romanzo centrali e ben delineate, dal punto di vista umano e psicologico, sono le donne che stentano ad affrancarsi dall’ordine maschile caratterizzato da una maggiore libertà di azione, di movimento e di pensiero.                                                    Civitina, l’onnipresente madre amorevole e gelosa di tutti e di tutto, è la figura più autoritaria e conformista della famiglia e le sorelle testarde, libertarie, che soffrono il controllo dei genitori sono: Lisa la più grande delle sorelle, graziosa, ben educata e composta, gentile e cedevole che ha la sindrome di Cenerentola; Teresa, nata per sfidare il mondo, i divieti e che aspira a essere libera, indipendente, è la più girandolona e la più disobbediente tra le sorelle, ha un carattere guerriero, insoddisfatta, infelice a tal punto da tentare di farla finita per i suoi disagi interiori; Agata la terza figlia ribelle, la più anticonformista, ama i toni teatrali, sempre perentoria nei suoi interventi comunicativi,  frequenta con disinvoltura  i campi sportivi e sacrifica lo studio per gli allenamenti. Il perbenismo di queste donne è il cardine della loro vita che si manifesta nei vestiti e nei gesti, nel linguaggio e nei comportamenti esteriori e persino nei pensieri.                           Personaggi non secondari del romanzo sono i nipoti partecipi dei ricordi dello zio e delle zie, attenti ai racconti delle esperienze vissute in prima persona da Chicco e critici verso le vicissitudini dei loro familiari, talvolta impietosi che s’inseriscono con ironia nelle rievocazioni degli eventi narrati con enfasi.

Il Cùnsolo è un romanzo ambientato, oltre che a Torino, Roma e Parigi, soprattutto a Latina, una piccola comunità rurale degli anni Cinquanta e una città in pieno sviluppo negli anni Sessanta nel periodo del boom economico, con il decollo industriale dell’Agro pontino grazie ai finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno. Gli ambienti di questa città multietnica (l’oratorio salesiano di san Marco, il quartiere delle Case popolari, il Centro sociale di via Oberdan, la libreria di via Diaz, Palazzo M) fanno da sfondo alle diverse esperienze umane e politiche raccontate dai personaggi principali.

Il romanzo offre un ampio spaccato antropologico perché analizza e descrive la società nei vari aspetti: la famiglia, l’educazione, la scuola, il lavoro, il tempo libero, le manifestazioni culturali, le credenze religiose, i pregiudizi, i rituali, le abitudini culinarie, la musica, le canzoni, la parlata locale, i rapporti di amicizia, gli amori giovanili, le relazioni sociali tra le diverse generazioni, l’utilizzo delle nuove tecnologie (macchina da cucire, lavatrice, frigoriferi, lavastoviglie), gli atteggiamenti politici. In sintesi offre una fotografia sulla città di Latina e uno squarcio straordinariamente vivido sulla vita di tanti giovani latinensi degli anni Sessanta.

Pagine interessanti, per i modi in cui è ben ricostruito, riguardano il Sessantotto, il “mitico” anno caratterizzato dalla contestazione degli studenti nelle scuole e degli operai nelle fabbriche, con i grandi cortei e le cariche della polizia, con gli slogan sessantottini urlati e l’occupazione delle facoltà universitarie, e dalla protesta espressa con indignazione e dissenso per liberarsi dalle regole e dalle costrizioni di una società autoritaria e dalle catene del sistema borghese e del capitalismo.

Il libro di Floriana Giancotti è un romanzo di formazione “provinciale” dove, attraverso la descrizione dei sentimenti ed emozioni, desideri e ambizioni, gesti e relazioni affettive, sociali e politiche, cadono i miti dell’educazione ricevuta nella  famiglia, nella scuola e  nella società.

Un romanzo che, grazie al racconto stringente di una fitta sequenza di eventi, raffigura l’onda degli ideali, delle speranze, delle utopie di una generazione di uomini e donne giovani che ha vissuto le esperienze più significative degli anni Sessanta/ Settanta, un periodo di promettenti cambiamenti ma anche di cocenti delusioni.

Il romanzo, Il Cùnsolo, offre lo spunto per riflettere, oltre che sugli avvenimenti storici (la guerra in Vietnam) e sulle prese di posizioni ideologiche assunte nel recente passato, anche sulla famiglia, sulla genitorialità, sul rapporto con i genitori, in particolare con il padre per ricostruire i vari tasselli della vita.                                                                                                      Il Cùnsolo è un libro piacevole che si legge con crescente interesse per conoscere meglio la storia della nostra città e per riflettere sugli avvenimenti che hanno caratterizzato gli anni Sessanta del Novecento.

 

 

 

 

 


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