Il cordoglio dell’assessore alla cultura della Regione Baldassarre per la morte dell’attore Glauco Mauri

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«Esprimo il mio cordoglio per la perdita dei uno dei più grandi attori e registi teatrali di sempre, Glauco Mauri, che ha eroicamente recitato fino all’ultimo istante della sua vita, manifestandoci così il suo grande amore per il teatro. Amore che ci ha regalato in tanti anni di carriera, con messe in scena che resteranno per sempre nella nostra memoria e nei nostri cuori. Il suo talento esce dalla cronaca per entrare nella storia». Lo ha dichiarato l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre.

Glauco Mauri avrebbe compiuto 94 anni il 1 ottobre. Se n’è andato nella notte fra sabato e domenica 29 settembre a Roma. La notizia è confermata dalla storica compagnia fondata da Mauri e da Roberto Sturno nel 1981.

Nato a Pesaro nel 1930 Glauco Mauri ha passato la sua vita sui palcoscenici teatrali. Ed è stato in scena fino all’ultimo: era atteso dal 26 al 29 settembre al Vascello di Roma con lo spettacolo De Profundis, da Oscar Wilde, annullato per un’indisposizione dell’attore. E’ stato interprete magistrale di Shakespeare, Molière, Pirandello, Dostoevskij, Goldoni, con coraggio e passione Mauri è stato per settant’anni in scena. Sua una memorabile interpretazione nel “Sogno di una notte di mezza estate” .
A 15 anni  Glauco Mauri  affronta il primo ruolo da protagonista, con una compagnia amatoriale della sua città. Nel 1949 entra all’Accademia di Arte Drammatica di Roma diretta da Silvio D’Amico. Tra i suoi insegnanti: Orazio Costa, Wanda Capodaglio, Sergio Tofano, Mario Pelosini. Debutta da professionista nel 1953 nel Macbeth di Shakespeare diretto da Orazio Costa. Nello stesso anno è Sir Tobia ne La dodicesima Notte di Shakespeare con la regia di Renato Castellani, e, diretto da André Barsaq, ottiene un grande successo personale nel ruolo di Smerdjakov nei Fratelli Karamazov di Dostoevskij, con Memo Benassi, Lilla Brignone, Gianni Santuccio ed Enrico Maria Salerno.
Nel 1961 fonda con Valeria Moriconi, Franco Enriquez, Emanuele Luzzati, ai quali si aggiungerà in seguito Mario Scaccia, la Compagnia dei Quattro, gruppo artistico che ha rappresentato una forza innovativa e significativa nel panorama teatrale italiano, con cui porta in scena Shakespeare, Beckett, Pasolini, Marlowe-Brecht, Del Buono, Codignola, Garcia Lorca. Dal 1965, dopo lo scioglimento della Compagnia, lavora soprattutto per gli Stabili di Torino, Genova, Bologna, e collabora con i maggiori registi italiani: Luigi Squarzina, Giorgio Strehler, Mario Missiroli, Aldo Trionfo per citarne solo alcuni. Diretto da Luca Ronconi (1972) è protagonista nell’Orestea di Eschilo al Bitef di Belgrado, alla Sorbona di Parigi e alla Biennale di Venezia. Tra i suoi autori più amati, Shakespeare, Dostoevskij, Beckett. Nel 1981 fonda con Roberto Sturno la Compagnia Glauco Mauri. Nella sua lunga carriera, appare anche in film come La Cina è vicina di Marco Bellocchio (1967), La costanza della ragione di Pasquale Festa Campanile (1964), L’ospite di Liliana Cavani (1971), Profondo rosso di Dario Argento (1975), Ecce Bombo di Nanni Moretti (1978). In tv è fra i protagonisti della stagione d’oro degli sceneggiati Rai, come I demoni di Dostoevskij e I Buddenbrook di Thomas Mann.
A dicembre 2023 esce “Le lacrime della Duse. Ritratto di un artista da vecchio”, l’autobiografia di Glauco Mauri, in cui con leggerezza e sincerità racconta la sua lunga ed ineguagliabile carriera di attore: “Vorrei fosse chiaro che non mi servo della vita per parlare di me ma uso me stesso per parlare della vita. Ho più di novant’anni e ho sempre cercato di stare con le antenne della mente e del cuore ben vibranti, per tentare di comprendere qualcosa della grande avventura del vivere. A quindici anni sono salito, per la prima volta, sopra un palcoscenico, poi per settantadue ho dedicato la mia vita al teatro. Luci e ombre, successi e fallimenti e devo confessare che i secondi mi sono stati più utili”.

Alessandra Trotta

(Giornalista e scrittrice)


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