Titolo: Il concorso
Titolo originale: Misbehaviour
Regia: Philippa Lowthorpe
Soggetto: Rebecca Frayn
Sceneggiatura: Rebecca Frayn, Gaby Chiappe
Produzione Paese: UK, 2020
Musiche: Dickon Hinchliffe
Cast: Keira Knightley, Gugu Mbatha-Raw, Jessie Buckley, Keeley Hawes, Phyllis logan, Lesley Manville,Rhys Ifans, Greg Kinnear, […]
Philippa Lowthorpe dopo diversi documentari per la BBC e vari film TV, ha diretto il suo secondo film Il concorso per il cinema in modo perspicace ed efficace, usando come soggetto una storia vera relativa al concorso Miss Mondo tenutosi a Londra nel 1970. Evento avvenuto due anni dopo il manifestarsi dei movimenti del ’68 in tutto il mondo che, avendo fatto respirare agli esseri umani l’idea di libertà, avevano dato impulso a movimenti di massa e a comportamenti atti a mettere in crisi il potere costituito e le ideologie ingessate su cui questo si basava. Essi coinvolsero studenti, lavoratori, intellettuali e anche le donne.
Ebbene questo film descrive la vicenda che interessò Sally Alexander (Keira Knightley), attivista del Movimento di Liberazione della Donna, e Jennifer Hosten (Gugu Mbatha-Raw), la prima donna nera ad essere proclamata Miss Mondo 1970. Durante la gara, che venne trasmessa in mondovisione e presentata dal famoso attore Bob Hope (Greg Kinnear), Sally e le altre donne del movimento ebbero il coraggio – suscitando un grande clamore dal respiro internazionale – di interrompere la gara che, dopo l’intervento della polizia, tuttavia continuò fino alla fine. Questa impresa costituì una svolta storica perché, valicando i confini territoriali del Regno Unito, la sua notizia trasmise in un sol colpo a tutto il mondo, senza tener conto dei limiti posti dal tempo e dallo spazio terrestre, un’idea di libertà e di uguaglianza tra i sessi che fosse fondamentale per l’umanità intera. Ancor prima, nel 1912, Maud Watts lottando nell’ambito del movimento femminile “Suffragette” per ottenere la parità dei diritti uomo/donna, sia in ambito sociale che lavorativo, mise in gioco gli affetti familiari e perse il lavoro: lottò per il suffragio universale che venne definitvamente approvato nel 1928. Tale successo è stato descritto magnificamente dalla regista Sarah Gavron nel film “Suffragette” (2015).
La donna purtroppo, per esprimere il proprio stato di profondo disagio in una società effettivamente basata, sin dai tempi più remoti nella storia umana, sul patriarcato come dimostrato, senza ombra di dubbio, dalle religioni monoteiste ebraica, cristiana e musulmana, che di fatto considerano la donna fondamentalmente alla mercé dell’uomo, è necessariamente costretta a lottare, spesso sacrificando se stessa, il lavoro e la famiglia, ed a protestare contro lo status quo con i metodi ritenuti più adatti ed efficaci anche se non sempre canonici. Da questo film emerge che la donna si è ispirata a quei valori che fanno parte del bagaglio culturale dell’essere umano come quelli del rispetto e della bellezza in senso poliedrico. Quest’ultima è basata sugli stereotipi consolidati nel tempo che riguardano soltanto l’aspetto fisico e non l’interiorità che, invece, esprime il valore della dignità umana al di là della razza, della provenienza e dello stato sociale. Per questo motivo, Non siamo belle, non siamo brutte, ma siamo arrabbiate, era il motto utilizzato da quel Movimento delle donne per protestare contro la mercificazione della bellezza fisica così com’era e com’è quella richiesta dal concorso Miss Mondo. La tenacia e la perseveranza, la forza della volontà, il coraggio, il sentirsi umiliate e depauperate di quel che è invece consentito all’uomo, tutto ciò le ha portate a lottare, con tutte le forze, così come già per Sally Alexander, contro un potere maschilista secolare. Le loro azioni sono state oscurate dagli storici se si pensa che soltanto poche donne hanno avuto il pregio di essere citate per le loro doti eccellenti: in campo letterario, la poetessa greca antica Saffo (630 – 570 a.C.); in campo scientifico l’astronoma alessandrina Ipazia (350/370 – 415); in campo artistico la pittrice romana Artemisia Gentileschi (1593 – 1656); ancora in campo scientifico, Marie Curie (1867 – 1934), insignita due volte del Premio Nobel, nel 1903, per la Fisica e, nel 1911, per la Chimica, e recentemente Rita Levi-Montalcini (1909 – 2012) premio Nobel per la per la medicina (1986).
Il concorso è un film che porta comunque ad analizzare la situazione della donna nel mondo attuale che ancora ha tanto da lottare non solo per se stessa ma per tutta la società. La denatalità, la parità dei diritti uomo/donna nel lavoro, la mercificazione del suo corpo, la crisi del matrimonio, la frequenza delle uccisioni delle donne (una ogni tre giorni mediamente) da parte dell’uomo, sono alcuni fattori conseguenti all’ancora incompleto, forse utopico, raggiungimento delle pari opportunità. Il recentissimo film Figli (2020) di Giuseppe Bonito illustra efficacemente ciò che avviene in una coppia felicemente sposata non appena nasce un figlio. Da più parti si reclama la parità tra uomo e donna ma, se lo Stato non approva leggi e strutture adeguate, questa parità rimarrà un’utopia.
Filmografia: Swallows and Amazons (2016) e diversi film TV.
Giuliano Francesco
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