“Il colibrì” è un film dal tratto palindromico con un magistrale mescolamento di passato, presente e futuro, in cui tra attesa e sorpresa si encomia l’amore

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Titolo: Il colibrì

Regia: Francesca Archibugi

Soggetto: Sandro Veronesi (dall’omonimo libro, premio Strega 2020), Francesca Archibugi, Laura Paolucci, Francesco Piccolo

Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Laura Paolucci, Francesco Piccolo

Musiche: Battista Lena

Produzione Paese: Italia, Francia, 2022

Cast: Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura Morante, Nanni Moretti, Sergio Albelli, Alessandro Tedeschi, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Fotini Peluso, Francesco Centorame, Pietro Ragusa, Valeria Cavalli, Niccolò Profeti, Elisa Fossati, Lorenzo Mellini, Marlo DiCastro, Matilda Grace Marini, […]

Tra l’attesa e la sorpresa e tra continui e improvvisi flashback scorre veloce la trama di questo film Il colibrì, intensa, complessa e articolata che, senza un attimo di tregua, si dipana verso il senso della vita e il senso dell’amore profondo e eterno. Marco Carrera (da ragazzo Francesco Centorame, da adulto Pierfrancesco Favino), è il protagonista, chiamato colibrì perché era mingherlino rispetto ai fratelli, tant’è che a quattordici anni ne mostrava dieci e perché pur muovendosi appariva come uno che stesse fermo. Metafora che fa ricordare l’ossimoro siciliano mòviti fermu, che appunto significa stare fermo pur muovendosi. Il colibrì è un piccolo uccello che rimane immobile a mezz’aria e la sua apparente immobilità deriva da un sforzo frenetico, che gli consente anche di volare all’indietro.

Di Marco viene narrata la vita attraverso i suoi ricordi a partire dagli anni settanta quando, ancora ragazzo, conosce Luisa Lattes (da ragazza Elisa Fossati, da adulta Bérénice Bejo), una sua coetanea bellissima, sprizzante fascino, e dall’indole speciale, della quale si innamora di primo acchito. È un amore platonico che conserverà in serbo per tutta la sua vita, senza avere mai avuto con lei un bacio, una carezza, un rapporto sessuale, per indecisione o per paura di interrompere quel sentimento sublime. Luisa sposerà il fratello di Marco, Giacomo (Alessandro Tedeschi), ed andrà ad abitare a Parigi. Ed ecco allora Caro amore lontanissimo la canzone che suggella questo amore incompiuto ed esplicita l’incolmabile dolore causato dalla lontananza e dalla mancanza della persona amata:  E chissà quando mi rivedrai/ Amore lontanissimo/ Non ci lasceremo mai più/ Ricorderai di questi giorni immemori/ E finalmente riderai //Insieme a me passerai la notte/ Ed io sarò con te/ Fino all’alba per riprenderti/ E tutto il tempo vedrai/ Come in quell’alba/ Così ti troverò/ E così tu// Mi troverai/ Lì con te/ Ogni giorno/ Nei giorni che vorrai/ E il nostro canto arriverà/ Dalle mie labbra alle tue/ E anche quando andrà così/ Non piangerai/ Non piangerai/ A presto, caro amore lontanissimo/ A presto, lontanissimo mio amore/ Mio amore// Mi troverai/ Lì con tе/ Ogni giorno/ Nei giorni che vorrai/ E il nostro canto arriverà/ Dallе mie labbra alle tue/ E anche quando andrà così/ Non piangerai/ Non piangerai/ A presto, caro amore lontanissimo/ A presto, lontanissimo mio amore/ Mio amore.

Il comportamento di Marco, pur essendo circondato da donne, la madre, la sorella, Luisa e tante altre ancora, non è teso a mostrare la sua mascolinità ma ad essere un uomo espressione di umanità sempre disponibile ad aiutare gli altri. Per un fatto fortuito Marco incontrerà e sposerà un’hostess, Marina Molitor, (Kasia Smutniak), che lo attrae non per amore ma per la comunanza del dolore causato dalla perdita delle rispettive sorelle. Marco con Marina avrà una figlia, Adele (Benedetta Porcaroli) a cui si dedicherà anima e corpo dopo avere scoperto che sua moglie lo tradisce e che gli confessa: Io non mi sono mai innamorata di te, non sono mai stata felice con te. Da questo momento, dopo avere divorziato, la sua vita subirà un cambiamento netto grazie all’aiuto dello psicanalista Daniele Carradon (Nanni Moretti). Una sera, infatti, avendo vinto al gioco, agli astanti confessa: Lo sappiamo tutti che i soldi vinti al gioco fanno male molto di più di quelli persi. Man mano che vincevo, la mia vita diventava sempre più miserabile. Io non la voglio schifare, io … nonostante tutto… a me la mia vita mi piace, me la tengo così com’è. Marco anche in quest’occasione dimostra di essere artefice del proprio destino (faber est suae quisque fortunae – dicevano i Latini) e di dimostrare rispetto per sé e per gli altri senza mai travalicare la soglia dell’imponderabile umano. La canzone Caro amore lontanissimo (inedita) è di Sergio Endrigo e Riccardo Sinigallia, ed è cantata da Marco Mengoni,

Il colibrì è un film diretto dalla pluripremiata regista Francesca Archibugi che affronta la questione  ancora in sospeso dell’eutanasia e il cui soggetto è tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, premio Strega 2020.

Il film è stato presentato fuori concorso alla XVII edizione della Festa del Cinema di Roma 2022.

Filmografia

Mignon è partita (1988), Verso sera (1990), Il grande cocomero (1993), Con gli occhi chiusi (1994), L’albero delle pere (1998), Domani (2001), Lezioni di volo (2007), Questione di cuore (2009), Il nome del figlio (2015), Gli sdraiati (2017), Vivere (2019).

Francesco Giuliano


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Francesco Giuliano
Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).