Buongiorno e buona pausa in questo uggioso martedì mattina.
Nel sette-centenario della morte di Durante Alighiero detto Dante che, giustamente, viene celebrato come sommo poeta, in Italia ed in Toscana ho dovuto assistere al 529° anniversario, anticipato, della scoperta dell’America, a fronte della tardiva intensificazione della campagna vaccinale anti covid 19.
Lo dico come elettore che ha sostenuto la necessità del Governo Conte bis ed Eugenio Giani e la sua coalizione elettorale nello scontro alle regionali del settembre 2020 con il centro destra. Ma di fronte ad un click che ti può salvare la vita, potendoti iscrivere al registro vaccinale della Regione Toscana, il confine tra centrosinistra ed il suo presunto opposto è molto labile e somma è l’incavolatura quando il cittadino, non negazionista del coronavirus, vorrebbe mettersi in zona “free covid” e scopre vergognosi intoppi informatici che glielo impediscono. Un software funzionante a singhiozzo ed un insensato click day che, alla stessa ora e nello stesso giorno, fa convergere gli “abili telematici” dal 1952 al 1956 e poi, in successione, quelli sino al 1960 e prossimamente i cinquantenni, non può essere che preludio di caos. Ammonivano gli antichi: “Est modus in rebus, sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum” , Orazio, Satire I, 1, vv. 106-107 «v’è una misura nelle cose; vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto».
Ma dov’è giustizia e saggezza quando non si tiene conto, se non molto tardivamente, istituendo un numero verde regionale di soccorso all’iscrizione, che esiste una fascia di popolazione “analfabeta telematica” o sprovvista di accesso a strumenti informatici per motivi economici, che non è stata in grado di registrarsi per ottenere un vaccino con tempestività? Ritengo molto sfilacciata se non svaccata ed incoerente la gestione nazionale della pandemia da coronavirus, da un anno a questa parte, lasciando ogni regione a fare come gli è parso, creando forti disequilibri, quando il diritto alla salute è universale. Il ministro Speranza (mai cognome fu di maggior auspicio) ha cercato di tenere fermo il principio di massima precauzione, in applicazione delle norme anti-covid, respingendo, anche sotto il governo di “unità nazionale” di super Mario Draghi, gli assalti populisti di Matteo Salvini che di disciplina di governo se ne frega, seppur “alleato”, pensando solo al consenso elettorale, alzando l’asticella in merito alle aperture ed agli orari di ogni attività economica. Ma la Speranza e la volontà da un “buon Figliuolo”, non bastano in Italia per offrire livelli uniformi di assistenza socio sanitaria e copertura vaccinale. Un governo che ha permesso, in spregio osceno all’art. 21 della Costituzione Italiana, in merito alla libertà di espressione, a torme di deliranti negazionisti del coronavirus, masnade folli di no vax, no mask, di protestare in piazza e sui social la loro “superiorità intellettuale” contro i covidioti, urlando contro la dittatura sanitaria, è sinonimo di grave debolezza politica e culturale. Sono sincero democratico ed antifascista, ma la guerra alla pandemia doveva essere condotta con una logica militare:“ À la guerre, comme à la guerre”. Mi girano severamente gli annessi e connessi pensando di essere stati superati, nel calendario vaccinale e negli effetti benefici, dalla “perfida Albione della Brexit” del borioso Boris Johnson. Il Sistema Sanitario Nazionale efficiente ma solo a macchia di leopardo è una sconfitta civiltà, per l’Italia . Il vaccino sembra essere l’unica soluzione per salvare capra e cavoli, ovvero vite umane ed economia. Era ed è logico che prima termina la campagna vaccinale e prima si torna “liberi”. A parte la scarsità di dosi colpevolmente non fornite all’Europa, all’Italia ed alla Toscana da parte delle bigfarma, c’era e c’è un solo modo per arrivare ad un’estate, presumibilmente, serena. Vaccinare, vaccinare, vaccinare, come ha fatto la Marina Militare nello scorso fine settimana sull’Isola di Capraia in Toscana, rendendo la piccola isola, paradiso dell’Arcipelago, covid free.
CAPRE, CAPRE, CAPRE!
Se non si arriva a vaccinare i milioni di italiani che restano da vaccinare, creando così l’effetto gregge con una copertura vaccinale dal 70-80%, non saremo mai liberi. E quelli che non vogliono vaccinarsi, per pregiudizi ideologici, vadano al diavolo, meglio se in un altro Paese. Gli operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi contro il covid 19, vadano invece a restituire braccia sottratte ingiustamente all’agricoltura e alla pastorizia.
Ed il 14 maggio p.v., ad una settimana dal mio 69° compleanno, mi gioco il jolly, in quanto alle 12.57 a Carrarafiere, a Marina di Carrara mi verrà inoculato il vaccino Pfizer. Mi basta una dose, non sei, come alla sfortunata psicologa tirocinante che diverrà un caso clinico da osservare. In contraddizione al citato:“est modus in rebus”, è andato in onda, piuttosto, “quando troppo, quando niente”.
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