Il Buongiorno Dell’Amico. La virale primavera apuana

Un buongiorno dalla natura

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Foto Evandro Dell'Amico

Vorrei avere l’efficacia di un chirurgo per esprimere in sintesi le mie parole. Vorrei avere almeno un decimo della icastica padronanza del linguaggio, a livello poetico ma anche di turpiloquio, usato da Durante Alighiero detto Dante, per stecchire chi ritengo miei avversari politici. Ora sono arrivato ad un punto della mia vita o a momento di passare oltre, che vorrei almeno salutare con dignità. Ma non ne vedo la possibilità, schifato da chi continua, infischiandosene di oltre 104.000 morti di coronavirus, nei suoi imperterriti giochi di potere ed affari sulla pelle degli Italiani. Mi sento vittima inerme dei “convertito” padano sulla via del Recovery Fund di 209 miliardi di euro, su cui si può lucrare assieme alle mafie, che con un salto triplo degno del miglior acrobata, è passato da denigrare il premier Conte ad osannare il neopremier Draghi, che prosegue più o meno la stretta strada imposta dal covid 19 nelle politiche di governo precedente. Senza farsi mancare il verso di alzare l’asticella, con ricatti dell’ultima ora sulla rottamazione delle cartelle esattoriali.

Mi sento vittima, come militante politico del PD (per una questione di coerenza mi appaleso, quando potrei nascondermi),  quando un ex segretario appannato ed inerme come Nicola Zingaretti che non ha cambiato un tubo il PD in due anni, operando chirurgicamente i cancri al suo interno,  ha detto di aver vergogna del PD, inteso come “mercato delle vacche” e delle poltrone. Bontà del fratello dell’attore, Commissario Montalbano, creato dal genio artistico di Camilleri, più noto di lui, se egli abbia scelto non il Nazzareno, sede del partito, per annunciare le proprie dimissioni, ma abbia scelto il salotto in TV di Barbara D’urso per confermarle irrevocabilmente. Sono gonfio come una zampogna, di porcate ed affarismo in politica, da Andrea Marcucci in Toscana a Renzi d’Arabia che vanno ad inchinarsi alla pantofola del sanguinario sceicco. E per quanto io mi elevi moralmente, culturalmente, vi è, sempre pronta all’uso nel PD, una “banda dei quattro”, teste di ponte di Italia Viva, organizzata per  anteporre gli interessi di famiglia o del giglio magico, alla salvaguardia e della salute e della sorte del popolo italiano. E per quanto mi elevi, memore del motto latino: Mens sana in corpore sano, anche dopo una splendida escursione, tra mare e cielo apuano, sul Monte Brugiana di mt. 973 s.l.m., con la quale ho iniziato la mia primavera di chi ne ho quasi 69 sul groppone, mi ritrovo, scendendo al piano, a leggere la notizia che a Massa Carrara, domenica 21 marzo 2021, vi sono stati altri sei morti di coronavirus. Massa Carrara che in termini grezzi, detiene  il tasso di morti per covid 19 più alto in Toscana, in rapporto alla popolazione, da inizio pandemia, marciando verso i 500 decessi. In Toscana Eugenio Giani e l’Assessore Simone Bezzini erano partiti con la rincorsa ed ora, se non ci si riprende alla svelta, siamo invece finiti in fondo alla classifica nazionale per cittadini vaccinati. Se vi sono stati ad oggi oltre 104.000 decessi per Sars Cov 2 in Italia, tutto ciò è avvenuto non solo per la virulenza del coronavirus e le sue varianti, ma per colpa anche di qualcuno che, nei posti di comando, in Europa, in Italia, da Presidente di Regione o Sindaci (prima autorità sanitaria locale) ed ASL, non ci ha tutelato con provvedimenti tempestivi. Non vi sono stati nemmeno controlli preventivi e repressivi di ordine pubblico nei confronti dei trasgressori dei DPCM, più o meno famigerati e neanche massicci oscuramenti, attraverso la Polizia Postale,  dei profili social dei  negazionisti del coronavirus, no vax, no mask che sono stati fatti dilagare prima sui social e poi, con un tam tam, nelle piazze, messe a soqquadro al grido di “Libertà, Libertà” contro la dittatura sanitaria del governo M5S, PD, LEU.

Domenica 21 marzo 2021 salendo sulla cima del Monte Brugiana a Massa, ove ero salito con mio padre 50 anni prima per eseguire le più belle panoramiche della sua carriera di cineasta, di fronte a quello splendore naturale,  è come se avessi trasmesso la mia eredità a mia figlia: le lascio un mandato di lotta, a lei che è medico, affinché, con la sua specificità di donna, difenda con onore la sua professione (che i folli negazionisti del coronavirus vedono come il fumo negli occhi), combatta ogni ingiustizia e pregiudizio, difenda la natura che ci circonda e che l’uomo, a Massa Carrara, come altrove, sistematicamente violenta. Io, speriamo che me la cavo. Chi ha fede preghi, chi ha solo speranza, speri in un mondo migliore, possibilmente su questa Terra.


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