Qualche anno fa è scomparso Temistocle Curcio – classe 1915 – leader storico dei comunisti ponzesi, un uomo ricco di ideali, altruista, pronto a battersi per il bene comune. Giovanissimo, ha cominciato a lavorare come fornaio, poi ha conosciuto Luigi Levorato, un confinato comunista che gestiva un piccolo negozio di mobili ed infissi alla Dragonara. Temistocle lavorava in bottega come apprendista, cercando di carpire i segreti del mestiere. “Levorato proveniva da Dolo – raccontava – un paese in provincia di Venezia. Rimase a Ponza solo due anni. Fu prosciolto e si trasferì a Carpi”. Luigi era un comunista, parlava di diritti dei lavoratori, di avanzamento della classe operaia, di riscatto sociale. “Mi mostrava i giornali dell’epoca che arrivavano clandestinamente – proseguiva nel suo racconto Temistocle – mi regalava molti libri che ho letto avidamente, sono stati importanti per la mia formazione politica. All’inizio, i confinati guadagnavano 10 lire al mese, poi ridotte a 5, tanto che ricordo uno sciopero del 1930 per reclamare un maggiore salario. I confinati erano divisi tra comunisti, socialisti, azionisti, anarchici e manciuriani. Questi ultimi erano una quindicina, molti dei quali spie del regime Si trattava di uomini dediti in gran parte all’alcol, pronti a scatenare risse che facevano comodo alla milizia per coinvolgere i confinati. La cellula dei comunisti era la più numerosa, anche se tra loro non mancavano i contrasti. Avevano organizzato una mensa, lo spaccio, la barberia e persino la lavanderia. Lo spaccio era frequentato, di nascosto, anche da fascisti che compravano a buon prezzo”.
Temistocle Curcio era lucidissimo: “Ricordo la figura di grande intellettuale di Amadeo Bordiga, lo accusavano di aver permesso alla figlia di sposarsi con un fascista. Fondò nel 1921 a Livorno il partito comunista dopo la scissione con i socialisti. Bordiga era un bravo ingegnere, progettò qualche bel palazzo e cappelle al cimitero. Gli emiliani erano quelli che se la passavano meglio, i soldi arrivavano da casa. I pugliesi facevano fatica a tirare avanti, erano tutti braccianti agricoli che a fine mese riuscivano a mandare qualcosa alla famiglia. I miei ricordi più belli sono legati a Sandro Pertini che viveva dove si trova oggi la pensione Luisa. Leggeva in continuazione, gli piaceva vestire elegante. Si fidanzò con Giuseppina Mazzella, poi emigrata in America. Si sono incontrati dopo molti anni, quando Sandro era presidente della Camera. I controlli da parte della pubblica sicurezza e della milizia erano molto severi, il bagno per i confinati era previsto solo alla Caletta, i militi controllavano i confinati dalle garitte, poste in posizioni strategiche. C’erano molti infiltrati tra di loro, stavano attenti a parlare, a esporsi con frasi pericolose”. Un ricordo particolare per Curcio: “Si fece grande festa quando sull’isola arrivò Germaine, la fidanzata di Giorgio Amendola. Era francese, non parlava bene l’italiano ma i miei paesani fecero il possibile per metterla a suo agio. Conobbi molto bene Camilla Ravera, poi nominata senatrice a vita dal presidente Pertini.
Gli anarchici vivevano per conto loro, avevano pochi contatti con gli altri confinati, vestivano sempre uguale con una cravatta nera sul collo. Erano numerosi anche i componenti Giustizia e Libertà”. Il ricordo di un uomo speciale: “Umberto Terracini, leader comunista, era un gran parlatore, la sua cultura svettava dirompente, ti affascinava con il carisma eccezionale. I locali frequentati dai confinati erano il bar Tripoli, la Casetta Rossa, il bar Pagano, l’osteria ‘Da Mondiale’, la trattoria Zi’ Capozzi.
Entrando entravano in un locale pubblico non potevano sedersi. Le loro discussioni erano tutte rivolte al futuro, a quello che sarebbe stata l’Italia dopo l’esperienza fascista. Zaniboni, l’attentatore al duce, dava lezioni gratuite ai giovani ponzesi. Si svolgevano anche dei pomeriggi culturali a casa Montagnani, con tanto di lettura di poesie e note musicali”. Le donne di Ponza hanno sempre dimostrato fierezza. Ecco Temistocle: “Ricordo Libera Scarpati e Carolina Guarino, fidanzate con dei comunisti, furono allontanate dall’isola senza un vero motivo, considerate sovversive”.
Temistocle Curcio ricordava benissimo la presenza contemporanea, nel 1943, di Pietro Nenni e Benito Mussolini, due uomini che avevano militato sotto la stessa bandiera politica per poi dividersi. Curcio, nonostante i grandi cambiamenti della storia, è sempre rimasto comunista. Affermava: “Gli ideali di libertà, giustizia, uguaglianza, progresso, solidarietà non moriranno mai”.
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