I migranti in Libia : Ogni giorno l’incubo delle retate di polizia e dei campi – lager

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Operazioni di salvataggio della guardia costiera. Salvati oltre 1.200 migranti, Mar Mediterraneo, 11 marzo 2023. ANSA/Ufficio stampa Guardia Costiera

Il 16 luglio la polizia libica ha fatto irruzione in numerose case dei quartieri periferici di Zuwara, cento chilometri circa a ovest di Tripoli, arrestando oltre 200 migranti in attesa di trovare un imbarco verso Lampedusa. Meno di due settimane dopo, nella stessa zona, ne sono stati presi altri 54. Per tutti si sono aperte le porte dei centri di detenzione-lager, dove la vita dei prigionieri non conta nulla. L’unica possibilità di uscirne, assai spesso, è piegarsi al ricatto delle guardie stesse: dai mille ai duemila dollari per essere rilasciati e tornare a sperare di poter fuggire dall’inferno della Libia. Retate analoghe sono sempre più frequenti in tutto il paese: nei principali punti di imbarco usati dai trafficanti – Zawiya, Sabratha e appunto Ziuwara – e poi a Tripoli, Biserta ma anche molto più a est, in Cirenaica. Come a Tobruk, dove il 31 luglio più di cento donne, uomini e bambini sono stati sorpresi in una fattoria dei sobborghi dove vivevano nascosti da giorni.
A preoccupare Giorgia Meloni non è il dato assoluto, quei 16.000 sbarchi del 2024 che fanno segnare un meno 51% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quanto l’improvvisa impennata degli arrivi nelle ultime settimane, soprattutto dalla Tunisia.

E dunque, se è vero che dall’inizio dell’anno il flusso migratorio dalla Tunisia (18.588 gli arrivi) è comunque dimezzato rispetto ai primi mesi del 2023, i segnali delle ultime quattro settimane fanno accendere più di un campanello d’allarme. E questo nonostante le autorità tunisine comunichino ogni settimana di aver fermato un numero consistente di persone che stavano per imbarcarsi per l’Italia (quasi 13.000).

Proprio quando sembrava che gli accordi con il presidente tunisino Saied avessero cominciato a produrre gli effetti sperati, dalle coste di Sfax sono ricominciate le partenze multiple dei barchini che hanno portato a Lampedusa 5.587 persone (addirittura il 337% in più rispetto al mese precedente).

A rinnovare l’allarme per le partenze dalla Tunisia è anche l’Oim che rileva come alla diminuzione delle traversate non corrisponda purtroppo una percentuale allineata di diminuzione di vittime: solo a contare i naufragi noti ( ma come si sa soprattutto quelli dei piccoli barchini sono spesso naufragi fantasma) dall’inizio dell’anno si contano già 497 morti sulla rotta del Mediterraneo Centrale, con un -14 % rispetto al 2023 che non corrisponde al -51% degli sbarchi, a dimostrazione di come l’equazione meno partenze meno morti non sia proprio esatta.

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ha diffuso  il Rapporto sulle migrazioni nel mondo 2024, che rivela cambiamenti significativi nei modelli migratori globali, tra cui un numero record di sfollati e un forte aumento delle rimesse internazionali.
Amy Pope, direttrice generale dell’OIM, ha presentato ufficialmente il rapporto in Bangladesh, Paese che si trova in prima linea nelle sfide migratorie, tra cui l’emigrazione, l’immigrazione e lo sfollamento.

“Il Rapporto sulle migrazioni nel mondo 2024 aiuta a demistificare la complessità della mobilità umana attraverso dati e analisi basati sull’evidenza”, ha dichiarato il Direttore generale dell’OIM Amy Pope in occasione del lancio. “In un mondo alle prese con l’incertezza, la comprensione delle dinamiche migratorie è essenziale per un processo decisionale informato e per risposte politiche efficaci, e il Rapporto sulle migrazioni mondiali fa avanzare questa comprensione facendo luce sulle tendenze di lunga data e sulle sfide emergenti”.

Il rapporto sottolinea che la migrazione internazionale rimane un motore dello sviluppo umano e della crescita economica, come dimostra l’aumento di oltre il 650 per cento delle rimesse internazionali dal 2000 al 2022, passate da 128 a 831 miliardi di dollari. La crescita è continuata nonostante le previsioni di molti analisti secondo cui le rimesse sarebbero diminuite in modo sostanziale a causa della COVID-19.

Di questi 831 miliardi di rimesse, 647 miliardi sono stati inviati dai migranti nei Paesi a basso e medio reddito. Queste rimesse possono costituire una parte significativa del PIL di quei Paesi e, a livello globale, superano gli investimenti diretti esteri in quei Paesi.
Il rapporto rivela che, sebbene la migrazione internazionale continui a guidare lo sviluppo umano, le sfide persistono. Con una stima di 281 milioni di migranti internazionali in tutto il mondo, il numero di sfollati a causa di conflitti, violenze, disastri e altre ragioni è salito ai livelli più alti nei registri moderni, raggiungendo i 117 milioni, sottolineando l’urgenza di affrontare le crisi di sfollamento.

La migrazione, parte intrinseca della storia umana, è spesso oscurata da narrazioni sensazionalistiche. Tuttavia, la realtà è molto più sfumata di ciò che cattura i titoli dei giornali. La maggior parte delle migrazioni sono regolari, sicure e orientate a livello regionale, direttamente collegate a opportunità e mezzi di sussistenza. Tuttavia, la disinformazione e la politicizzazione hanno offuscato il discorso pubblico, rendendo necessaria una rappresentazione chiara e accurata delle dinamiche migratorie.

Scegliendo Dhaka come luogo di lancio del rapporto, l’OIM non solo sottolinea gli sforzi del Paese nel sostenere i migranti vulnerabili e nel promuovere percorsi di migrazione regolare, ma riconosce anche l’importante ruolo del Bangladesh nel plasmare il discorso e le politiche migratorie globali.

In qualità di Paese campione del Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare, il Bangladesh ha dimostrato un forte impegno nell’affrontare le questioni migratorie e nell’attuare politiche che salvaguardino i diritti dei migranti. Questo impegno proattivo si allinea con gli obiettivi strategici dell’OIM, rendendo il Bangladesh un luogo ideale per il lancio del Rapporto sulla migrazione mondiale 2024.

Il Rapporto sulle migrazioni nel mondo dell’OIM, con i suoi strumenti digitali innovativi e le sue analisi complete, intende contribuire a sfatare i miti, fornire approfondimenti critici e ispirare azioni significative per affrontare le sfide e le opportunità della mobilità umana.
“Ci auguriamo che il rapporto ispiri sforzi di collaborazione per sfruttare il potenziale della migrazione come motore dello sviluppo umano e della prosperità globale”, ha dichiarato il DG Pope.

“In qualità di Paese campione del GCM, il Bangladesh non solo continuerà ad agire sulla base degli impegni presi per il proprio contesto nazionale, ma si occuperà anche delle questioni e delle sfide emergenti in materia di migrazione e sviluppo, per prendere decisioni informate a livello internazionale”, ha dichiarato il Dr. Hasan Mahmud, Onorevole Ministro degli Esteri del Governo della Repubblica Popolare del Bangladesh.

(nuovidesaparecidos.net)


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