Educare all’ascolto di Eugenio Borgna
La psichiatria non può limitarsi a essere pura scienza medica, somministrando psicofarmaci per curare le lesioni del cervello, deve saper comprendere, accogliere e curare le ferite dell’anima a partire dalla relazione umana. Eugenio Borgna
Nella breve e asciutta Prefazione del libro, I grandi pensieri vengono dal cuore. Educare all’ascolto (Raffaello Cortina editore), l’insigne autore Eugenio Borgna, psichiatra e primario emerito di Psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara, dichiara che le considerazioni, intuizioni e riflessioni del saggio mirano a dimostrare che la psichiatria, come scienza sociale della relazione, disciplina dell’interiorità e «maestra di vita», può fornire risposte ai grandi temi dell’esistenza umana.
Fonte di questo libro sono stati gli incontri e le relazioni che Borgna ha avuto con gli studenti del liceo di Novara ai quali ha fornito esperienze professionali dirette e testimonianze letterarie. Per l’autore la psichiatria, come scienza umana, fondata sulla relazione e il dialogo, sull’ascolto e la condivisione, sulla gentilezza e l’umanità, che si confronta con l’universo emozionale di ogni essere umano nella sua dimensione relazionale e fenomenologica, aiuta gli uomini e le donne a trovare risposte rassicuranti agli inquietanti interrogativi sul senso e significato del vivere e del morire.
Argomento centrale del libro è il cuore, sede della vita interiore, caratterizzata dal senso del dolore e della sofferenza psichica, della malinconia e della tristezza, dell’angoscia e della disperazione: in definitiva delle emozioni che sono «in noi e negli altri da noi». Le parole, i linguaggi dell’anima, gli stati d’animo, la memoria emozionale sono i temi principali di cui si occupa la scienza psichiatrica. Partendo dalla celebre espressione di Pascal, «il cuore ha le sue ragioni che la ragione non intende», l’autore, di fronte alle esperienze umane di angoscia, inquietudine e depressione e di ansie, illusioni e delusioni, si pone in un atteggiamento di ricerca e di spiegazione «con le antenne fragili e mobilissime della intuizione e delle ragioni del cuore che sono in noi e crescono in noi».
Per la psichiatria dialogica un tema importante, affrontato con estrema chiarezza espositiva da Borgna, è il tempo interiore, soggettivo, il tempo vissuto completamente diverso dal tempo dell’orologio, perché si compone delle cose che sono avvenute nel passato e che potrebbero accadere nel futuro. Questo tempo interiore, che cambia in rapporto ad alcune condizioni di sofferenza psichica, di malinconia o depressione, è strettamente legato al mondo delle emozioni e delle relazioni che si hanno nella vita. Esplicito è il riferimento dell’autore al tempo interiore di oggi, contrassegnato dai lunghi mesi di solitudine trascorsi in conseguenza della pandemia del Coronavirus che si è abbattuta sull’intero pianeta.
Nell’approfondire la conoscenza della vita interiore e la funzione conoscitiva del cuore, l’autore, oltre all’esperienza diretta acquisita sul campo nei manicomi di Novara, fa riferimento agli studi delle opere di Nietzsche, alla vicenda personale del filosofo tedesco riguardante la follia che gli ha modificato la vita emozionale e intellettiva.
Nella vita di ogni giorno e nello svolgimento della professione psichiatrica è necessario tener presente il valore e l’importanza delle parole «gentili e silenziose, liquide e fluide, caute e coraggiose, misurate e morbide, sensibili e attente… evitando quelle banali e indistinte, ambigue e indifferenti, astratte e glaciali, anonime e crudeli» che si usano dialogando con gli altri e con se stessi e che rispondono alle attese della vita. Occorre non dimenticare mai di riflettere sul destino delle parole che si pronunciano e porre attenzione ai loro contenuti emozionali e alla loro qualità espressiva.
Un altro tema ampiamente tenuto in considerazione dall’autore è il silenzio che nasce dalla meditazione e dalla riflessione, dalla preghiera e dalla contemplazione, dalla timidezza e dall’insicurezza, dalla tristezza e dalla malinconia, dall’angoscia e dall’inquietudine dell’anima, dalla depressione e dalla disperazione. Nel silenzio le parole sono sostituite dai linguaggi dei volti, degli sguardi, delle lacrime, del sorriso, degli occhi e dei gesti che devono essere decifrati e interpretati per coglierne il significato e gli orizzonti di senso.
L’autore si sofferma molto sul silenzio dei malati psichiatrici che nasce dal deserto delle emozioni e da una profonda depressione; inoltre esamina il valore e il significato del silenzio nella musica, nella letteratura (in particolare nelle poesie L’infinito di Giacomo Leopardi e Il silenzio di Rainer Maria Rilke) che permette di essere in dialogo con gli abissi della vita interiore.
Nell’illustrare alcune tematiche dolorose in cui si articola la psichiatria, Borgna distingue nettamente la malinconia e la tristezza dalla depressione come forme più frequenti di straziante sofferenza psichica. Le prime, come stati d’animo ed emozioni, hanno bisogno di dialogo, di colloquio, di ascolto e di cura della parola, la seconda, come malattia che sconvolge la vita e la rende fragile e precaria, comporta un inaridirsi della vita emozionale ed è contrassegnata da una profonda solitudine e da una modificazione nel modo di vivere il tempo.
Altro tema, scaturito dalle ricerche e dagli studi di psichiatria e dalle riflessioni sulla vita, è la speranza come leitmotiv della malinconia e come apertura al futuro. Parole come gentilezza, coraggio e tenerezza sono gli strumenti utilizzati dalla psichiatria che ha il compito, con l’intelligenza e saggezza del cuore e con la gentilezza dell’anima, di aiutare le persone immerse negli abissi della malinconia e dell’angoscia, della disperazione e della dissociazione mentale, delle ossessioni e del suicidio.
Nel saggio l’autore dedica due importanti capitoli all’intreccio delle esperienze psicopatologiche, riguardanti la malinconia “maligna”, l’angoscia lacerante e la depressione disperante con le esperienze creative, esaminando la produzione letteraria (diari, lettere, poesie) di Georg Trakl e di Antonia Pozzi e le ragioni diverse della disperata decisione del loro suicidio, dovuto a un indicibile sconforto, a una radicale solitudine interiore, al taedium vitae, alla fragilità e fatica di vivere, all’oscuro e profondo malessere dell’anima, al buio e al silenzio del cuore.
Accanto a queste testimonianze, Borgna riporta anche l’esperienza di una sua paziente che, nella sofferenza psichica più radicale – la schizofrenia -, ha lasciato poesie che manifestano quanta sensibilità e tenerezza, dolcezza e fragilità ci siano nel cuore di molte persone sofferenti nella loro profonda solitudine e nei loro deliri e allucinazioni.
Per l’autore in psichiatria per curare i pazienti, attraverso l’ascolto empatico e il dialogo partecipativo, è necessario, oltre che entrare in sintonia e in armonia con gli altri, saper ascoltare e conoscere il proprio mondo emozionale, le proprie ansie, inquietudini, insicurezze: tutto ciò che avviene nella nostra vita interiore e quando siamo in relazione con gli altri. Occorre non ferire la dignità delle persone malate, fragili, indifese ed evitare parole banali, aride o indifferenti e utilizzare parole gentili, tenere, rassicuranti che, rinunciando a ogni linguaggio tecnico, nascono dall’intelligenza e dalla saggezza del cuore.
Nell’ultima parte del libro l’autore riflette sul tema dell’attuale pandemia distruttrice e sulle risonanze emozionali ed esistenziali che hanno sconvolto la vita di ogni essere umano costretto a dialogare con se stesso, a vedere i cambiamenti in atto sul piano della vita individuale e comunitaria. La paura del contagio, la vicinanza della morte, causata da un nemico invisibile, sconosciuto e parassita, hanno cambiato in maniera radicale il modo di vivere la nostra quotidiana esistenza, di pensare il presente e di sperare nel futuro.
La pandemia del Coronavirus, che si è abbattuto sul pianeta, ha avuto riflessi non solo nelle persone normali, ma anche nelle persone che hanno disturbi psichici, depressivi e ansiosi, causati da lunghi periodi di isolamento e solitudine.
Grazie ai suggerimenti, agli stimoli e alle lucide riflessioni dell’autore sul valore e sul senso della cura, e al contributo dei suoi studi in psichiatria, sarà bene non dimenticare che, in una prospettiva di nuovi orizzonti esistenziali aperti al dialogo e all’ascolto, alla generosità e solidarietà tra gli uomini, «il più forte dà la mano al più debole».
I grandi pensieri vengono dal cuore. Educare all’ascolto di Eugenio Borgna è un libro accurato e documentato da riflettere e meditare, da leggere e rileggere con la stessa attenzione e saggezza con cui è stato scritto.
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